domenica 13 dicembre 2015

Repubblica 13.12.15
Tu chiamale se vuoi emozioni
Euforia? Invidia? Ira? Un dizionario illustrato che stimola l’intelligenza emotiva e aiuta i bambini a conoscere se stessi e a raccontare che cosa sentono
di Maurizio Ferraris


Oltre al più ovvio e tuttavia consigliabilissimo uso di dono natalizio per bambini, l’Emozionario si presta a numerosi altri impieghi. Prontuario diagnostico di uso immediato, sin dalla festa di Natale: che cosa sto provando in questo momento? Euforia? Invidia? Ira? Non c’è bisogno di essere bambini per trovarsi in situazioni di questo genere, tanto è vero che i primi prontuari a noi noti non sono destinati a un pubblico infantile, ma ad adulti cultori di metafisica: Le passioni dell’anima (1649) di Cartesio e l’Etica (1677) di Spinoza. Noi crediamo di conoscerci, ma spesso non riusciamo a capire i nostri stati d’animo, e infatti c’è una folta schiera di professionisti ad hoc. Ma la crisi morde, e se anche non mordesse il professionista sta festeggiando e non risponde, così torna utilissimo un libro.
Supporto pedagogico per l’educazione sentimentale: l’emozione che stai provando, e che sinora non hai conosciuto, sta entrando nella tua vita e ti provocherà molte felicità e molti guai. Ovviamente, qui i destinatari sono soprattutto i più giovani.
Repertorio analitico. I sentimenti, si sa, hanno una storia, e confrontare gli emozionari del Seicento con quello contemporaneo può aiutare a trascorrere un pomeriggio di festività natalizia (vedi alla voce “noia”). In particolare, quello secondo cui le emozioni contemporanee sono molto più relazionali di quelle antiche. “Insicurezza” e “incomprensione” sono emozioni negative inconcepibili per Cartesio e Spinoza, e difficilmente avrebbero classificato la “solitudine” come una emozione, e men che meno l’avrebbero considerata poco desiderabile. Inoltre, mentre i contemporanei prescrivono («sii buono e ti troverai bene». Sarà vero?), Cartesio e Spinoza analizzano, trattano le passioni come dei composti chimici in cui si possono distinguere delle particelle elementari o, inversamente, come degli ingredienti di base da cui si possono ricavare dei cocktail. Altre epoche, in cui la speranza di raggiungere la chiarezza circa l’essere umano era molto più potente che si giorni nostri. Noi siamo per lo più inguaribilmente romantici, inclini a credere che le emozioni non siano unità oggettive, ma solo modificazioni di quell’unico essere umano straordinario che noi siamo (poi però usiamo degli psicofarmaci, insieme a centinaia di milioni di nostri simili, e funzionano).
Memento e monito, che ricordi al lettore adulto e meglio ancora anziano che c’è stata un’epoca in cui ha provato certe emozioni elencate in questo utile abbecedario. Per esempio, la vergogna, che con l’età si attenua pericolosamente. Età: da 3 anni.
EMOZIONARIO di AA. VV. Nord- Sud edizioni pagg. 94 euro 16,90