domenica 13 dicembre 2015

Corriere 13.12.15
L’idea di un Paese unico si fece forma
di Antonio Paulucci


Non ci si annoia quando si percorre la Galleria delle carte geografiche perché ogni valle, ogni montagna, ogni fiume è riconoscibile. Ogni città maggiore vi è rappresentata in pianta nel suo vero «ritratto». Ogni villaggio, ogni frazione, quasi ogni parrocchia vi è indicata e nominata. Così che i visitatori italiani si stupiscono e sono felici di vedere il paese di origine della loro famiglia apparire con il nome immutato nella piega di una valle o sulla riva di un piccolo fiume. E poi c’è il mare, il luminoso azzurrissimo mare italiano increspato di onde leggere, vivo e come rabbrividente al soffio dei venti che gonfiano le vele di navigli dalle fogge più singolari. Il corridoio delle carte geografiche, via aerea sospesa fra il cortile del Belvedere e i Giardini (è bellissimo quando dalle finestre aperte in primavera e in estate entrano il fruscio e il profumo delle erbe e degli alberi…) ci consegna l’idea, già moderna, dell’Italia: un Paese costituito in unità non dalla politica ma dalla storia, dalla cultura, dalla religione. È la prima volta, nel catalogo delle arti figurative, che questa idea di unità assume forma così consapevole, viene offerta con tanta gloriosa evidenza. Tre anni fa, grazie a un finanziamento di associazioni cattoliche americane del valore di quasi due milioni di euro, è stata avviata una vasta campagna di restauri che ha impegnato una squadra di tredici operatori e che oggi è in fase di completamento. L’Italia che Papa Gregorio XIII amava e che nella iscrizione dedicatoria definisce regio totius orbis nobilissima (il Paese più nobile del mondo) nei prossimi mesi verrà restituita al meglio delle sue condizioni conservative e quindi al piacere di chi ha occhi per vedere.