domenica 13 dicembre 2015

Repubblica 13.12.15
E Renzi blinda la squadra “Sono io nel mirino, non lei”
di Giovanna Casadio


FIRENZE «Attaccano Maria Elena per attaccare me e il governo». La rabbia di Matteo Renzi è palpabile. Da Palazzo Chigi è partita la parola d’ordine: «Il Pd è casomai presidio di legalità, dobbiamo contrattaccare. Cosa volevano, che non facessimo nulla sulla banche? È strumentale, è un tentativo per indebolire il governo». La controffensiva si serve di parole forti, almeno quanto quelle che ieri piombano sulla kermesse renziana con un altro post, questa volta su Facebook, di Roberto Saviano. Saviano dice che «la Leopolda è una riunione di vecchi arnesi affamati», dal momento che Boschi non fa chiarezza su Banca Etruria, sul «suo conflitto di interessi », per via del padre che ne è stato vice presidente. Ma qui alla Leopolda “la Mari” , come viene chiamata la ministra Boschi, è difesa a spada tratta. Il premier, anzi, oggi lo farà pubblicamente con durezza. Insieme a lui tutti i renziani mostrano fastidio e insofferenza. Giorgio Tonini, senatore trentino, presidente della commissione Bilancio, si sfoga: «Boschi è architrave del governo, nel senso che questo è un esecutivo nato con l’obiettivo delle riforme, di cui Maria Elena è responsabile. Quindi gli attacchi sono chiaramente strumentali. Di cosa stiamo parlando? Del padre funzionario della Coldiretti che è stato vice presidente di quella banca per otto mesi. Come è possibile paragonarlo ai conflitti di interessi di Berlusconi e della figlia Marina che lo difende?». Ovvio che poi c’è tutto il capitolo banche da affrontare, la vigilanza, la commissione e la tutela degli investitori. «Ma lo vogliamo dire che su questo il governo si sta prendendo ogni responsabilità, e il vulnus viene da lontano», rincara Michele Anzaldi.
Nell’ottocentesca stazione fiorentina in platea Elena Pezone, responsabile cultura del Pd napoletano, parla della rabbia e di «strumentalizzazione». «Nel mirino c’è evidentemente il governo, tuttavia da Saviano non me l’aspettavo, perché attaccare la Boschi è attaccare una generazione di persone perbene», sottolinea Silvia Fregolent, deputata, che posta su Twitter: “#meb torna nella sua casa” e la foto di Boschi. Il coro dei ministri e sottosegretari batte su un tasto solo: «Si cerca la spallata al governo». Dario Franceschini trova «Saviano fuoriluogo, Boschi è persona trasparente». Graziano Delrio: «Agli obbligazionisti diremo tutta la verità». Antonello Giacomelli: «Risentimento e delusione tra di noi per le cose che dice Saviano c’è. L’opposizione ne approfitta per colpire il governo, ma non ci riuscirà ». Del resto ieri Renzi schiera sul palco anche testimonial di legalità: la candidata sindaco di Platì, comune calabrese due volte sciolto per ‘ndrangheta, Annarita Leonardi e il magistrato anti camorra Giovanni Corona. Tra i leopoldini, il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: «Sì, si può pensare che si voglia anche infastidire il governo».