domenica 13 dicembre 2015

La Stampa 13.12.15
E il governo ritocca la leggina salva-vertici
di Francesco Maesano


La pressione sul ministro Boschi continua a salire. Dal varo del cosiddetto decreto «salva-banche» le è piovuto addosso di tutto. Ieri, mentre Roberto Saviano ne chiedeva le dimissioni, si scopriva come nel quadro normativo nel quale è stato inserito il decreto vi fosse almeno una «dimenticanza». Una finestra che lascia la possibilità agli amministratori responsabili del dissesto della propria banca di ricoprire la stessa carica in un altro istituto. Una svista da alcuni interpretata come un favore al papà della ministra, già vicepresidente di una delle banche coinvolte, l’Etruria. Poi la questione dell’azione di responsabilità esercitabile solo con il benestare dei commissari, del comitato di sorveglianza e di Bankitalia.
Tutto stabilito da un provvedimento preliminare al contestato salva-banche, deciso a novembre dal consiglio dei ministri. Il decreto legislativo numero 180. Vera cornice normativa entro la quale si è mossa, un mese più tardi, l’operazione di salvataggio. Nel testo si chiarisce che quella decisione fu presa dal governo nella sua collegialità. Ma la «manina» che ha tolto dove c’era da togliere e aggiunto dove c’era da aggiungere resta ignota e, con ogni probabilità, rimarrà tale. Per la verità, se non fosse stato per un emendamento presentato sul tema dagli ex-Cinquestelle di Alternativa Libera, sarebbe stato difficile accorgersi del vuoto lasciato nel testo come del pieno a difesa degli amministratori delle banche.
Quel che è certo è che il governo è stato pronto a presentare, tra i cinque annunciati ieri, un emendamento che, nel caso di attivazione di procedure arbitrali per il rimborso dei sottoscrittori di obbligazioni subordinate, preveda «l’accertamento della responsabilità per la violazione degli obblighi di informazione, correttezza e trasparenza». Un modo per allontanare il sospetto che le opere e omissioni della Stabilità in materia bancaria avessero qualcosa a che vedere con la ministra, ma anche per perimetrare il recinto entro il quale esercitare l’azione di responsabilità.
E se ancora per qualche ora l’epicentro della politica è spostato a Firenze, da lunedì il parlamento riprenderà il lavoro sulla Stabilità. Il più lesto a difendere Boschi è stato l’Ncd. «Noi – spiegava ieri Alfano – difendiamo chiaramente il ministro perché si sta tentando di trovare in lei una sorta di capro espiatorio di qualcosa che appartiene alla mala gestione di vicende che purtroppo non sono accadute solo in Italia ma hanno avuto tanti precedenti in Europa e nel mondo».
Il centro dunque regge, la sinistra Pd per ora tace. Ma in molti nella maggioranza scommettono che il conto verrà presentato a Renzi prima del voto finale.