lunedì 7 dicembre 2015

La Stampa 7.12.15
“Essere genitori è una scelta
non un legame biologico”
Lo scrittore Giartosio: “Così è nato mio figlio”
intervista di I. L.


«Nancy è stata la nostra testimone di nozze». Tommaso e Gianfranco si sono sposati nel 2008 a Berkeley. Lia aveva già due anni, Andrea era appena nato. Nancy è la donna che ha permesso tutto questo.
Tommaso Giartosio fa lo scrittore ma per molti ascoltatori è la voce amica di Fahrenheit su Radio Tre. Venti anni fa si innamora di Gianfranco e poco tempo dopo decidono di avere un figlio. Prendono contatti con un’agenzia in California: «All’inizio si compilano questionari molto lunghi e densi. In cui provi a descriverti per la gestante mentre lei fa altrettanto per te». Nazionalità, estrazione sociale, lavoro. I dettagli da imparare sono tanti. Ma in questo modo nelle loro vite è arrivata Nancy, infermiera californiana con già 4 figli. «Ci si incontra e in quel momento diventa una cosa a pelle, molto calda. Spesso ti ritrovi a piangere. Perché capisci che ci sono persone che stanno per fare un percorso straordinario e lo fanno per te». Gli incontri sono ripetuti, compatibilmente con la distanza. «Siamo stati presenti al momento del parto e abbiamo trascorso tutto quel periodo negli Stati Uniti». Il legame diventa così stretto che Nancy accetta di rifarlo per loro. Andrea e Lia parlano spesso con lei su Skype. Sanno già tutto, per quanto è possibile a quell’età. «Sanno di avere due papà e che una donna li ha portati nella pancia.» Tommaso non crede che i suoi figli un giorno potrebbero pensare che lei sia la loro mamma. «Non accadrà perché sono già consapevoli che i genitori sono coloro che li hanno voluti e si prendono cura di loro». La genitorialità, Tommaso ne è convinto, «non è un fatto biologico, ma etico. E’ una scelta.»
Se lo avessero fatto in Italia, Tommaso e Gianfranco avrebbero commesso un reato. Perché la gestazione per altri (gpa) è illegale. «Ma penso, che se anche dovessero vietare la stepchild adoption, tanti continueranno a andare all’estero per la gpa. E l’80 per cento sono eterosessuali». Lo stupore di Tommaso sulla campagna di “Se non ora quando – Libere” è che sia partita da quel mondo del femminismo a cui lui, da gay, deve molto: «Ogni donna, se libera, deve decidere cosa fare del proprio corpo». E anche se vengono pagate, come Nancy che ha ricevuto 15 mila euro per ogni gestazione, «non c’è da indignarsi. Se non lo accettiamo è perché c’è un immaginario, in cui le donne devono essere sante o madonne, che ce lo impedisce». Piuttosto, si chiede Tommaso, perché «non togliere la gpa dalle mani delle agenzie e affidarlo al sistema nazionale? Le donne come Nancy hanno un legame con il bambino che portano in grembo. E se sostengono, come ha fatto chi ha firmato l’appello, che la donna così si trasforma in un forno, sono loro a vederle come semplici macchine».