giovedì 3 dicembre 2015

La Stampa 3.12.15
Nelle città il primo test del partito della nazione
di Marcello Sorgi


Si comincia da Milano, con le primarie. Non ha retto la tregua sulle amministrative chiesta da Renzi all’ultima direzione del Pd, in considerazione dell’aggravarsi della situazione internazionale dopo gli attentati di Parigi. La visita al Nazareno del sindaco di Milano Pisapia e della sua vice Balzani (candidata in pecore del primo cittadino uscente) ha di fatto aperto le danze, che nel capoluogo lombardo si presentano piuttosto affollate e vedranno una prima sfoltitura con il voto nei gazebi a inizio febbraio.
Accompagnato dai vicesegretari Guerini e Serracchiani, Renzi s’è limitato a confermare la sua linea: quando i candidati sono più d’uno devono essere i cittadini a decidere. E la sensazione è che le primarie di Milano daranno il via a una serie di analoghe consultazioni in tutte le grandi città in cui si voterà a primavera. Meglio sarebbe, ovviamente, per il premier, che prima di chiamare a esprimersi il popolo del Pd si potesse arrivare a una scrematura delle candidature. Ma preso atto che questo non avverrà, non resta che andare a una vera competizione.
Renzi infatti è convinto che, diversamente dalla volta precedente in cui le primarie delle grandi città aprirono la strada ai candidati più radicali, stavolta non è detto. A rafforzare le resistenze, infatti, non sono tanto i pregiudizi personali, ma la convinzione che il presidente del consiglio voglia fare in quest’occasione una sorta di prova generale del “partito della nazione”, che non va giù alla minoranza del partito e a tutto ciò che si muove alla sua sinistra. Le pressioni sul nome del commissario dell’Expo Sala, o i primi accenni a quello del vicepresidente della Camera Giachetti per Roma, a giudizio di oppositori interni e esterni di Renzi, vanno in quella direzione. La conseguenza sarebbe la rottura delle alleanze classiche di centrosinistra, Sel compresa, che hanno finora governato in quasi tutte le grandi città. È un fatto, tuttavia, che questa rottura sia in parte avvenuta, a Torino come a Roma, per fare due esempi. E che non sia affatto facile ricostruirla.
Milano e Roma restano le due realtà su cui si giocherà il risultato delle amministrative. Nella prima, da Sala al deputato Fiano, all’assessore Majorino, a Balzani, si moltiplicano le candidature ai nastri di partenza. Nella Capitale, al contrario, la ricerca del candidato che dovrà molto probabilmente andare al ballottaggio con un 5 Stelle, si presenta più difficile. Ma anche se la tregua è finita prima del tempo, la partita vera deve ancora iniziare.