La Stampa 24.12.15
Le “incompiute” di Renzi
Il dubbio sulle unioni civili
E poi cittadinanza, decreti sulla Pa, prescrizione: a gennaio ci riproverà
di Francesca Schianchi
Era esattamente un anno fa, dicembre del 2014, quando in un video registrato a Palazzo Chigi, rivolto ai genitori di un ragazzo falciato e ucciso in motorino da un uomo ubriaco e positivo alla cannabis, il premier Renzi prometteva che «il 2015 sarà l’anno in cui interverremo sull’omicidio stradale». Promessa mancata: tra maldipancia e contrarietà, soprattutto al Senato, non ce l’ha fatta la maggioranza a rendere realtà quelle parole di Renzi – «vi garantisco che il 2015 sarà l’anno in cui le cose avranno finalmente compimento dal punto di vista normativo». Dovrebbero farcela a gennaio, o almeno così ha assicurato la ministra Boschi a esponenti delle associazioni familiari delle vittime della strada che l’hanno incontrata un paio di settimane fa: alla Camera, l’ok definitivo dovrebbe essere calendarizzato tra le prime cose da fare al rientro dalle vacanze. Subito dopo il via libera alla riforma costituzionale, già previsto per l’11 gennaio: per cambiare il Senato, mancherà poi l’ultima doppia lettura e il referendum confermativo in autunno, qualche mese più in là del previsto («nel 2015 porteremo a termine l’iter parlamentare delle riforme costituzionali», scriveva ottimista Renzi a gennaio, rivolto agli iscritti Pd).
La riforma della Rai, che il premier-segretario avrebbe tanto voluto vedere approvata entro luglio scorso (per evitare di dover fare le nomine del Cda con la legge Gasparri), ha tardato ma ce l’ha fatta in corner ad arrivare entro fine anno: fresca fresca di approvazione, martedì per alzata di mano, nell’Aula del Senato. Quel che invece Palazzo Madama da tempo rinvia, ed è ancora lontanissima dall’approvazione, è la legge sulle unioni civili. E dire che a luglio Renzi auspicava l’approvazione entro l’anno e il sottosegretario Scalfarotto, grande sostenitore della legge, convinto dalla risolutezza del premier, aveva pure interrotto uno sciopero della fame iniziato per protesta. Da allora, però, poco è cambiato: tra le critiche di Ncd e i dubbi anche di un pezzo di Pd, la discussione del provvedimento in Aula inizierà solo con l’anno nuovo; e chissà se sarà, come direbbe Renzi, la volta buona.
Slittano a gennaio anche i decreti della Pubblica amministrazione, quelli che attuano la legge passata ad agosto, così come si riparlerà nel 2016 della legge sulla prescrizione: nel Pd ci lavorano da tempo, la Camera l’ha approvata, ma restano perplessità degli alleati di Ncd sul maxi allungamento dei termini di prescrizione (fino a 21 anni per la corruzione). Uno stallo nella maggioranza che ha interrotto a lungo l’iter della legge al Senato: ora, rassicurano i dem, si è trovato però un accordo, nel 2016 dovrebbe riprendere - e concludere - il suo viaggio al Senato. Lì dove l’anno ricomincerà con la discussione del codice degli appalti, in terza lettura, e la riforma del Terzo settore. E poi dovrà arrivare «un nostro preciso impegno davanti agli elettori», come lo definì Renzi, da mantenere nel 2016: la riforma della cittadinanza.