martedì 1 dicembre 2015

La Stampa 1.12.15
La sinistra anti-renziana scende in tre piazze diverse
Nel weekend della Leopolda, tris di manifestazioni concomitanti
di Ilario Lombardo


Ci sarà un grande affollamento politico nel giorno di Santa Lucia, patrona dei ciechi e degli oculisti. E forse sarebbero serviti un paio di occhiali a chi, con tutto il calendario a disposizione, ha scelto le stesse date di ex compagni e amici per organizzare iniziative che in fondo segnano un’ennesima resa dei conti a sinistra.
Proprio nei giorni della Woodstock renziana alla Leopolda di Firenze, 11-12-13 dicembre, Gianni Cuperlo, Roberto Speranza, Pippo Civati e Stefano Fassina hanno pensato bene a una contro-programmazione altrove. Ovviamente divisi tra di loro, perché ci sono peculiarità che, nonostante gli anni passino, restano radicate a sinistra, come vizi inguaribili o una certa nostalgia. La minoranza dem, almeno, ha l’alibi perfetto. Si sa com’è andata: la corrente voleva fare il 5 dicembre a Roma, poi Matteo Renzi ha pensato bene di rispolverare i banchetti in tutta Italia, e loro hanno gentilmente posticipato di un weekend, finendo proprio nel secondo giorno della Leopolda. Appuntamento al Teatro Vittoria, «per costruire un’area di sinistra e non renziana, ma dentro il Pd» spiega il deputato Nico Stumpo.
Ma a ridosso di Natale le settimane sono quelle che sono. E così, Sinistra Italiana, creatura fresca di conio, quello stesso giorno, sabato 12, si ritroverà a Napoli, per una manifestazione che avrà al centro il Mezzogiorno. Parterre da grandi occasioni per raccontare un’Italia che sembra ai margini della narrazione renziana. Tra leader, economisti e dirigenti sindacali, ci saranno anche il vicepresidente di Confindustria, il barese Alessandro Laterza e il presidente dello Svimez, Adriano Giannola, colui che paragonando il Sud alla Grecia, ha fotografato la disfatta della politica in Meridione.
Tra i tanti presenti, a far rumore è l’unico assente. Pippo Civati, che comunque sarà ben indaffarato con Possibile: perché anche lui il giorno dopo andrà in scena Verona, accavallandosi al terzo giorno della kermesse renziana. «Ah sì?» dissimula sorpresa Luca Pastorino, ex dem e braccio destro di Civati. Fu in suo nome che Renzi si è visto scippare una regione, quando la sinistra marciava unita, alternativa al Pd del premier. Passati pochi mesi, però, il modello Liguria sembra già naufragato, sommerso da liti e divergenze al punto che in una lettera a «il manifesto», Fassina, Nicola Fratoianni, Sergio Cofferati e L’Altra Europa con Tsipras (sì esiste ancora) hanno chiesto a Possibile di partecipate all’assemblea fondativa di gennaio del nuovo soggetto politico. «Anche per noi deve essere democratico e partecipativo» hanno scritto. «Non è vero – risponde Pastorino –. Loro hanno riproposto il classico aggregato dall’alto. Noi pensiamo che bisogna ripartire dai comitati cittadini».
Insomma, tutte le strade che portano a una possibile unione ancora non vengono battute. A Roma, Civati ha fatto un endorsement a sorpresa, lanciando come candidato sindaco di Roma Riccardo Magi, leader dei Radicali italiani, proprio nelle stesse ore in cui Fassina ufficializzava la sua corsa per il Campidoglio. Il 21 novembre, quando a Napoli si stavano tenendo i primi Stati generali di Possibile, sorta di battesimo del partito, le Unions di Maurizio Landini sfilavano a Roma con SI. E alle fine neanche contro il comune avversario sono riusciti a evitare di andare divisi. «L’Italia possibile, un progetto di governo per i prossimi 20 anni» è l’ambizioso titolo dell’incontro di Civati che si terrà alla Fonderia Aperta di Verona, anche qui con economisti come Mario Seminerio e Vincenzo Visco, lo scrittore Maurizio de Giovanni, il politologo Gianfranco Pasquino e tanti altri. Ma più che dar fastidio a Renzi e ai suoi leopoldini, come poteva essere magari nelle intenzioni, lo «spezzatino di Santa Lucia» rischia di favorirlo, provocando un coro confuso a sinistra e servendo un assist a Renzi contro i suoi amati gufi: l’anno scorso finirono irrisi sulle t-shirt della Leopolda, quest’anno non riescono a stare nemmeno sullo stesso ramo.