La Stampa 14.12.15
Ha funzionato il muro di Valls
Sarkozy vince ma è più debole
L’idea “fronte repubblicano” premia il premier: “Non abbiamo ceduto niente”
di Leonardo Martinelli
Tutti contro il Front national, in difesa della democrazia: quello che i francesi chiamano il «fronte repubblicano» ha funzionato ieri al secondo turno delle elezioni regionali. Non era sicuro, c’erano molti dubbi al riguardo nei giorni precedenti. Ma, invece, alla fine è andata come nel 2002, quando al ballottaggio delle presidenziali si affrontarono Jacques Chirac e Jean-Marie Le Pen. E il leader dell’estrema destra fu decisamente sconfitto. Ieri il Fn, arrivato in pole position al primo turno il 6 dicembre in sei regioni su tredici, è stato battuto ovunque.
Schema vincente
Riassunto delle puntate precedenti: i socialisti, subito dopo il primo turno, avevano subito invocato il «fronte repubblicano». Concretamente avevano deciso di ritirarsi dal secondo turno nelle due regioni, il Nord (Nord-Pas-de-Calais e Piccardia) e il Sud-Est (Provenza-Alpi-Costa Azzurra), dove rispettivamente Marine Le Pen e la nipote Marion Maréchal-Le Pen rischiavano di vincere. Insomma, il Partito socialista aveva chiesto ai suoi elettori di votare per il candidato arrivato in seconda posizione, in entrambi i casi un esponente dei Repubblicani. Il Ps ha fatto altrettanto nell’Est (Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorena), anche se il loro candidato non ha accettato di ritirarsi. Un’idea del premier Valls (che ieri ha commentato: «In un momento grave, non abbiamo ceduto niente»). Ma il leader dei Repubblicani, Nicolas Sarkozy, ha rigettato la possibilità della solita alleanza in nome della democrazia: «Né il fronte repubblicano, né il Front national», ha detto. Scatenando, in realtà, non poche polemiche all’interno della sua formazione.
Ieri sera, Xavier Bertrand, che sarà il futuro presidente della regione del Nord, ha dichiarato commosso che la sua «non è la vittoria dei partiti politici, né la mia personale ma è quella della gente del Nord e della Picardia». Ha ringraziato «tutti gli elettori di sinistra che hanno chiaramente votato per me, così da fare barriera contro il Fn», per difendere «una certa idea della Francia». Nei giorni scorsi, quando Sarkozy, sempre più impegnato nel corteggiare gli elettori dell’estrema destra, aveva sottolineato che «votare Fn non è immorale», Bertrand aveva invocato i leader del suo partito a livello nazionale «a stare zitti e basta».
Consegne disattese
«Se gli elettori avessero applicato il principio del né il fronte repubblicano, né il Front national, i nostri candidati nel Nord e nel Sud-Est non sarebbero stati eletti», ha rincarato la dose Nathalie Kosciusko-Morizet, esponente di punta dei Repubblicani, ancora in polemica con il «capo» Sarkozy. «Non sono disposta - ha aggiunto - a mettere il Partito socialista e il Front national sullo stesso piano». Sarkozy esce fortemente indebolito da questa consultazione, almeno nelle dinamiche interne al suo partito. E in vista delle primarie che l’anno prossimo dovranno scegliere il candidato della destra per le presidenziali del 2017.
Intanto da Hénin-Beaumont, cittadina del Nord, amministrata dal Front national dal 2014, il sindaco Steeve Briois, una delle facce simbolo del «nuovo» Fn, ha tuonato contro «il fronte repubblicano, che ha giocato sulle paure. Abbiamo subito una campagna di odio. A questo secondo turno sono la disonestà e la menzogna che sono prevalse».