giovedì 10 dicembre 2015

La Stampa 10.12.15
Il petrolio sempre meno caro
“Ma la benzina costa troppo”
Il barile crolla a 37 dollari, in Italia però incide ben poco sul calo del carburante
di Luigi Grassia


Ieri il prezzo del petrolio a New York ha tentato un rimbalzino a 40 dollari, favorito dalla riduzione delle scorte americane, e questo ha illuso le Borse europee riportando all’insù i titoli del settore energia. Ma il tentativo di recupero è fallito e le quotazioni del greggio hanno ricominciato a cadere (verso i 37 dollari). Il mercato è sbilanciatissimo, con un eccesso di offerta di 2 milioni di barili che non sarà riassorbito in tempi brevi (forse ci vorrà un anno, dicono gli analisti, e comunque non meno di sei mesi). Scendono anche i prezzi di benzina e gasolio, ma con calma, e i consumatori protestano, mentre le compagnie federate dall’Unione petrolifera ribattono che «il prezzo industriale della benzina in Italia è un millesimo di euro più basso delle media europea».
A movimentare un po’ la giornata è stata la notizia che le scorte di petrolio negli Usa sono scese, a sorpresa, nella prima settimana di dicembre. Non una grande flessione (-0,1%) ma è stata la prima in dieci settimane, e il prezzo è sempre molto reattivo a queste fluttuazioni; lo è stato anche stavolta, ma i prezzi si sono ripresi solo per poche ore, prima di crollare di nuovo. Il fatto è che la speculazione cerca di anticipare le quotazioni future, e così le amplifica; perciò non si esclude che il barile rotoli in tempi brevi non solo a 30 dollari ma addirittura a 20 prima di rimbalzare sul serio.
C’è stato qualche taglio ai prezzi dei carburanti: TotalErg e Q8-Shell hanno ridotto entrambe benzina e diesel di un centesimo al litro, così agganciando un movimento al ribasso che dura da un po’. Il Quotidiano Energia dice che il prezzo medio nazionale della «verde» in modalità self service della verde varia, a seconda dei marchi, da 1,460 a 1,503 euro. Secondo il Codacons è troppo: «L’Italia è fra i Paesi dell’Ue dove i carburanti costano di più» denuncia l’associazione dei consumatori, che prepara un esposto alla Commissione europea e all’Antitrust italiana «affinché si faccia luce sulla dinamica dei listini nel nostro Paese». Il Codacons calcola che l’Italia si piazza al secondo posto della classifica Ue dei Paesi dove il carburante diesel costa di più, e per la benzina è al quarto posto, «preceduta da Stati dove il reddito medio è molto più elevato del nostro».
Come risponde l’Unione petrolifera? Il presidente delle compagnie italiane, Claudio Spinaci, dice al telefono di trovare «abbastanza sorprendente che si faccia polemica sui listini dei carburanti proprio in questo momento. I prezzi sono in calo da tempo, e quello della benzina è scivolato di un millesimo di euro al di sotto della media europea del prezzo industriale di questo prodotto»; quanto al prezzo del gasolio auto è «di soli pochi millesimi superiore alla media europea». Spinaci dice anche che «uno studio dalla Banca d’Italia ha smentito che ci sia ritardo nell’adeguamento al ribasso dei prezzi dei carburanti a quello del petrolio». Il vero problema da noi è che «le tasse pesano sul prezzo finale della benzina per il 68% e su quello del gasolio per il 65%».