venerdì 4 dicembre 2015

Il Sole 4.12,15
L’elezione dei giudici
Dal 14 dicembre scrutini a oltranza
Consulta, sinistra Pd apre al M5S
I Dem per ora «blindano» il solo Barbera e sono pronti a mollare Sisto
Grasso: ora cambiare metodo - Boschi: impegno per candidati con ampia legittimazione
di Barbara Fiammeri


Roma Più che una pausa di riflessione, una tregua: 10 giorni per tentare di uscire dall’impasse che mercoledì notte ha fatto naufragare la terna Barbera, Sisto, Nicotra. Pietro Grasso e Laura Boldrini hanno fissato al prossimo 14 dicembre la 30sima votazione per i tre giudici della Corte costituzionale dopodiché, hanno avvertito i presidenti di Senato e Camera, si procederà ad oltranza con votazioni quotidiane a partire dalle 19 di ogni sera. «Il tempo è scaduto», avverte Boldrini mentre il suo omologo di Palazzo Madama aggiunge che a questo punto «è necessario cambiare metodo», puntado su un’ampia condivisione «che superi le logiche delle aree di riferimento».
Un appello che ha trovato orecchie attente nel ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che auspica «senso di responsabilità nei prossimi voti» ma allo stesso tempo dichiara «l’impegno» a individuare «candidature autorevoli con un accordo ampio tra i gruppi parlamentari». In che cosa si possa concretizzare questa «ampia condivisione» è ancora presto per dirlo.
Il Pd ribadisce che su Barbera non torna (almeno per ora) indietro. «Siamo interessati al dialogo con tutte le forze politiche ma teniamo ferma la nostra candidatura di Augusto Barbera, il cui curriculum e il cui profilo lo rendono indubbiamente quello giusto per la Corte costituzionale».
Una difesa a oltranza che però non coinvolge gli altri due candidati della terna e che arriva proprio mentre la minoranza dem “apre” all’intesa con il M5s perché - scrive su twitter Roberto Speranza - «i patti ad excludendum non funzionano». In sostanza chiedono a Renzi di mollare l’intesa con Fi sul candidato azzurro Francesco Paolo Sisto, su cui si sono concentrati gli strali grillini ma che paga anche lo scontro interno al partito di Silvio Berlusconi. Nella votazione di mercoledì notte infatti sono venuti a mancare 11 voti forzisti di cui solo 4 «giustificati». Il capogruppo Renato Brunetta continua a difendere il suo candidato ma allo stesso tempo anche lui auspica «il massimo coinvolgimento di tutte le forze politiche».
Il Pd resta guardingo. Non si fida dei grillini che in effetti dopo che mercoledì avevano aperto a mantenere il nome di Barbera, purchè fosse «bruciato» Sisto, ieri hanno fatto una rapida marcia indietro: « Barbera andrebbe sostituito perché le votazioni dell’aula non lo hanno giudicato idoneo», dice Danilo Toninelli convinto che «il M5S è indispensabile e verranno certamente a bussare alla nostra porta». I grillini nel frattempo sono stati però protagonisti di uno scivolone sull’Italicum. Durante la discussione alla Camera hanno presentato un ordine del giorno, a prima firma Alessandro Di Battista, che impegnava il governo ad astenersi dal modificare l’Italicum scatenando la reazione ironica del Pd e quella furiosa di Sel e dei fittiani per i quali l’odg è la conferma che la nuova legge elettorale favorisce i pentastellati. I grillini hanno riparato definendola una «bufala», una «provocazione» e alla fine l’odg è stato respinto anche con i loro voti.
Tornando alle candidature per la Consulta, ad aumentare le difficoltà c’è anche il crescente malessere dei centristi. La scelta mercoledì di candidare «all’ultimo momento» la costituzionalista Ida Angela Nicotra, sponsorizzata dal ministro dell’Interno e leader di Ncd Angelino Alfano, ha ulteriormente amplificato il dissenso dei Popolari, tant’è che dallo scrutinio dell’altra notte l’unico candidato «in costante crescita» - come ha rivendicato il capogruppo Lorenzo Dellai - «è il nostro Piepoli», che ha raggiunto quota 100 preferenze. Anche una parte della maggioranza che aveva puntato su Giovanni Pitruzzella come Scelta Civica prende atto del fallimento: «Questo metodo - afferma il segretario Enrico Zanetti - e questa terna non funzionano. Si metta un punto».