Il Sole 10.12.15
Verso le amministrative
Sulle alleanze è scontro nel centrosinistra
L’appello dei tre sindaci “arancioni” per l’unità Pd-Sel divide il partito: plauso di Cuperlo e Speranza
Guerini: è stata Sel a sfilarsi a Torino, Bologna e Roma
Le tensioni sulla sfida di Milano
di Emilia Patta
Roma «Le notizie che arrivano dalla Francia impongono, a chiunque possa, di fare qualcosa per impedire che la destra, il populismo e la paura vincano. Noi, che governiamo le nostre città con un approccio ideale e non ideologico, pensiamo che in un momento così difficile e complesso sia necessario ritrovare quell’unità aperta e larga del centrosinistra che, sola, può ridare fiducia agli italiani. Per far questo è indispensabile ripartire dalle forze politiche che, insieme al civismo autentico, compongono in gran parte d’Italia il centrosinistra e che, con differenze ma unità di intenti, hanno saputo vincere e governare. Quelle forze sono principalmente il Pd, perno e componente maggioritaria, e Sel. Uno schema diverso rispetto a quello del governo nazionale, dove Sel è all’opposizione. Ma noi auspichiamo e lavoriamo affinché questa fase sia un momento transitorio. A partire dai Comuni». Firmato: Marco Doria, Giuliano Pisapia e Massimo Zedda. L’appello a Matteo Renzi dei sindaci “arancioni” di Genova, Milano e Cagliari - pubblicato su Repubblica - arriva in tempo per le primarie di inizio 2016 che dovranno delineare candidature e alleanze per il voto di giugno nei Comuni. Ed è un appello per una politica delle alleanze classica, ossia l’alleanza di stampo bersaniano incentrata su Pd e Sel, vista come alternativa al presunto “partito della Nazione” rivolto al centro. L’alleanza di governo con l’Ncd di Alfano viene giudicata realisticamente «senza alternative» in questo Parlamento dai tre sindaci, ma le forze centriste vengono bollate senza mezzi termini come «forze che nulla hanno a che vedere col centrosinistra».
Più che un contributo per la buona riuscita del voto nei Comuni, insomma, l’appello dei tre sindaci appare come una prima piattaforma verso il congresso del Pd che si celebrerà a fine 2017 (e c’è già chi ritiene che lo stesso Pisapia possa essere il candidato segretario anti-Renzi, ruolo per il quale sono in campo anche i governatori di Toscana e Lazio Rossi e Zingaretti). Alleanza classica a sinistra contro il Pd a vocazione maggioritaria e conseguente attacco al doppio ruolo di segretario e premier previsto dallo statuto (è stato sempre Pisapia, pochi giorni fa, a riparlare dell’opportunità di separare le cariche così come sostiene la minoranza dem). Non stupisce allora che ad applaudire l’iniziativa siano per primi i leader della minoranza Gianni Cuperlo e Roberto Speranza. Minoranza che nel week end, in contemporanea con la Leopoda renziana, si riunirà in convention a Roma proprio su questi temi. Dal punto di vista di Largo del Nazareno, tuttavia, l’appello dei sindaci è rivolto all’indirizzo sbagliato. «È condivisibile lo spirito col quale Pisapia, Doria e Zedda si rivolgono al campo del centrosinistra in vista delle prossime amministrative - ribatte il numero 2 del Pd Lorenzo Guerini -. Un appello che tuttavia va rivolto in primo luogo ad altri, a chi, segnatamente Sel, ha deciso di non confermare l’alleanza in alcune città che andranno al voto come Torino e Bologna».
In effetti Sel non solo non appoggerà la ricandidatura dei sindaci Piero Fassino e Virginio Merola, ma a Napoli vendoliani ed ex Pd si sono già schierati con il sindaco uscente Luigi De Magistris e a Roma c’è già un candidato prima ancora che si tengano le primarie: Stefano Fassina, ex viceministro del governo Letta («a Roma non ci sono le condizioni per costruire una coalizione», precisa lui). Al momento la coalizione di centrosinistra è confermata solo a Trieste con la ricandidatura di Roberto Cosolino e appunto a Cagliari con Zedda (a Genova non si voterà a giugno). E a Milano, naturalmente. Sempre che le primarie non si trasformino in una faida tra Pisapia-Francesca Balzani e Renzi-Giuseppe Sala, dando a Sel il pretesto di sfilarsi in caso di risultato sgradito.