Corriere 7.12.15
L’intervista «Un po’ con Sel, un po’ con Ncd per poter vincere nei Comuni»
Il pd Rosato: un flop i banchetti? No, ma in inverno è complicato
intervista di Monica Guerzoni
Roma «“Italia coraggio!” è stata un grande successo di partecipazione».
Ne è sicuro, presidente Ettore Rosato?
«È stata una bella occasione per chiacchierare con tante persone che credono in noi e ci invitano ad andare avanti».
Non è stato un flop?
«Direi proprio di no, 770.000 persone si sono incontrate nei 2.113 banchetti in tutto il Paese. Certo, siamo in inverno e i banchetti è più facile farli in primavera».
Il Pd torna nelle strade, è una retromarcia rispetto al partito liquido?
«Non abbiamo mai creduto nel partito liquido ed è nostra abitudine fare iniziative per confrontarci con i cittadini».
Il tesseramento è in crisi...
«Il Pd è il partito con più iscritti in Europa e il calo delle tessere è iniziato nel dopo Veltroni. È anche vero che ci sono nuove forme di militanza. Mezzo milione di italiani hanno destinato il 2 per mille al Pd. Il cittadino si sente militante anche senza tessera, perché partecipa alle primarie. Ciò non toglie che i dati del tesseramento sono in linea con lo scorso anno e che in questa due giorni 23.200 persone si sono iscritte al Pd».
Per Pisapia il doppio ruolo di Renzi è sbagliato.
«Io dico che è indispensabile, invece. In tutte le grandi democrazie il leader del partito è anche il capo del governo».
Sabato sarete di nuovo divisi. Renziani a Firenze senza bandiere pd, minoranza a Roma sotto i vessilli dem.
«Noi siamo la più grande comunità politica in Italia, che discute e si confronta a viso aperto. La Leopolda è stata una grande innovazione, ha introdotto nuove forme di comunicazione».
Intanto il M5S intercetta il malcontento. Attaccate i sindaci 5 stelle per timore del sorpasso?
«Nessun timore, ma per governare gli slogan non bastano. Serve preparazione e il coraggio di fare delle scelte, mentre nelle città amministrate dal M5S si vede il disastro della loro improvvisazione».
A Roma non c’è un candidato e i «big» del Pd sono in fuga. Rassegnati a consegnarla a Grillo?
«Assolutamente no. La priorità è rimettere in sesto l’amministrazione e garantire la sicurezza del Giubileo. Dopodiché, il nostro candidato sindaco avrà tutta la forza per vincere le elezioni».
A Milano siete spaccati tra Sala e Balzani.
«Non siamo spaccati, con le primarie è normale schierarsi. Ma dopo le primarie, tutti uniti attorno al vincitore».
Bersani avverte: senza strategia e senza centrosinistra non si vince.
«La strategia è confermare le alleanze del centrosinistra dove abbiamo governato insieme. Poi, chi vuole vincere, deve sempre tentare di allargare la coalizione costruendo convergenze programmatiche».
Insomma, andrete un po’ con Sel e un po’ con Ncd, a macchia di leopardo?
«Le Amministrative sono così, i territori esprimono le alleanze. Pretendere di disegnare un’Italia da Roma è il contrario della natura del Pd».