mercoledì 30 dicembre 2015

Corriere 30.12.15
Quel tetto ai risarcimenti per i clienti delle 4 banche
La promessa del rimborso totale per chi ha subito truffe si scontra con quanto scritto nella legge di Stabilità
di Enrico Marro


«Chi ha subito un danno perché truffato deve sapere che noi faremo di tutto perché possa riavere i suoi soldi» ha assicurato Renzi. Ma la promessa di un rimborso totale per chi è stato frodato dalle quattro banche fallite (Etruria, Marche, CariFe e CariChieti) si scontra con quanto lo stesso governo ha deciso nella legge di Stabilità a proposito delle procedure di risarcimento, prevedendo un tetto allo stesso. Chi ha investito in obbligazioni subordinate una somma superiore potrà riaverne soltanto una parte.
ROMA «Chi ha subito un danno perché truffato deve sapere che noi faremo di tutto perché possa riavere i suoi soldi», ha detto ieri il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella conferenza stampa di fine d’anno. Ma la promessa di un rimborso totale per coloro che sono stati frodati dalle quattro banche fallite (Etruria, Marche, CariFe e CariChieti) si scontra con quanto lo stesso governo ha stabilito nella legge di Stabilità a proposito delle procedure di risarcimento, prevedendo un tetto allo stesso. E se c’è un tetto è evidente che il risparmiatore che avesse investito in obbligazioni subordinate una somma superiore non potrebbe riavere indietro tutti i suoi soldi, ma solo la parte fino al tetto stesso, che verrà definito con i decreti interministeriali (Economia e Giustizia) che dovranno essere emanati entro 90 giorni, dice la stessa legge di Stabilità.
Il comma 857 della legge dice infatti che con questi decreti verranno definite le modalità di gestione del Fondo di solidarietà istituito dal governo con 100 milioni di euro per finanziare i risarcimenti che verranno decisi dai collegi arbitrali; le condizioni di accesso al Fondo stesso e i termini per presentare le domande di «erogazione delle prestazioni», cioè i rimborsi; ma anche (lettera c del comma 857) «i criteri di quantificazione delle prestazioni, determinate in importi corrispondenti alla perdita subita, fino a un ammontare massimo ».
Per come è scritta, la norma lascia pochi dubbi sul fatto che ci sia appunto un tetto ai risarcimento. Ma già il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, nell’intervista pubblicata dal Corriere della Sera di lunedì scorso, affermava che i decreti distingueranno fra tre tipologie di risparmiatori (chi è stato truffato dalla banca, che gli ha venduto obbligazioni subordinate per così dire a sua insaputa; chi è stato malconsigliato dalla banca e chi invece ha fatto un investimento consapevole) e che chi è stato truffato «va risarcito qualunque sia l’ammontare dell’investimento». E ieri è stato lo stesso premier Renzi ad avallare questa lettura.
Al ministero dell’Economia preferiscono non entrare nel merito, sottolineando che la preparazione dei decreti richiede un lavoro complesso, anche se viene confermata la volontà di emanare gli attesi provvedimenti entro gennaio, cioè con largo anticipo rispetto ai termini concessi dalla legge di Stabilità. Si suggerisce però che poiché la legge di Stabilità non definisce l’ammontare massimo di cui parla, ciò lascia aperta la porta a risarcimenti totali per i casi di truffa che, come ha detto ieri lo stesso Renzi, sarebbero pochi. Ma perché ciò si verifichi il tetto dovrà essere fissato dai decreti a un livello molto alto, così da coprire i casi di risparmiatori truffati che abbiano sottoscritto obbligazioni subordinate per importi ingenti. Casi che potrebbero trovarsi nella platea più esposta, quella composta, secondo un primo monitoraggio, da circa mille risparmiatori con un patrimonio finanziario inferiore ai 100 mila euro ma investito per più del 50% in obbligazioni subordinate, per un totale di 27,4 milioni di euro.
Complicata anche la via del risarcimento in sede civile. È vero che il comma 860 della legge di Stabilità fa salva questa possibilità, ma dice anche che «il Fondo di solidarietà è surrogato nel diritto dell’investitore al risarcimento del danno, nel limite dell’ammontare della prestazione corrisposta» e quindi sarà il Fondo stesso a poter agire per recuperare la somma erogata al risparmiatore. Stretto fra la volontà politica di soddisfare il maggior numero di risparmiatori possibile, e la necessità di non infrangere le nuove regole europee che impongono le perdite su chi ha sottoscritto investimenti rischiosi, il governo cerca la quadratura del cerchio. Tra i criteri sui quali si sta lavorando per definire i rimborsi: la percentuale del patrimonio investito in obbligazioni subordinate, il rendimento previsto e la data di sottoscrizione delle obbligazioni.