mercoledì 16 dicembre 2015

Corriere 16.12.15
De Girolamo «Vicina a Maria Elena ma deve dimettersi. Il premier per me parlò di questione di stile»
intervista di Tommaso Labate


ROMA «Qua siamo all’apoteosi del doppiopesismo di Renzi. Due anni e mezzo fa, neanche le parole di Giancarlo Caselli in difesa della Cancellieri gli bastarono. Scoppiò il caso Ligresti e lui chiese le dimissioni dell’allora ministro. Anche nel gennaio del 2014, quando io ero vittima della macchina del fango senza essere indagata, disse che la mia uscita dal governo era una “questione di stile”. E adesso…».
Sta rendendo pan per focaccia a Maria Elena Boschi, onorevole?
«Al contrario, non auguro a nessuno di passare quello che ho passato io. E le sono anche umanamente vicina. Ma le dimissioni sono sacrosante».
Nunzia De Girolamo annuncia il suo voto favorevole alla mozione di sfiducia che il centrodestra unito ha presentato contro l’intero governo. «Essere di sinistra», scandisce l’ex ministro dell’Agricoltura, «è sempre più facile che essere di destra».
Perché, scusi?
«Quando le conversazioni di Berlusconi in casa sua sono finite sui giornali, in tanti non hanno avuto lo stesso riguardo che c’è oggi per la Boschi. La stessa cosa accadde a me quando le parolacce che pronunciavo a casa mia, registrate abusivamente da un tizio che ora è sotto processo, fecero il giro d’Italia».
È d’accordo con Grillo, insomma.
«Il doppiopesismo di Renzi è agli atti».
Il decreto salvabanche prefigura un conflitto d’interessi della Boschi?
«A prescindere dal conflitto d’interessi, esiste anche per la Boschi quell’opportunità politica che venne rinfacciata al me. E anche alla Cancellieri. La differenza rispetto a oggi è che allora Renzi non era premier. Anzi, si muoveva per far cadere il governo Letta».
Rimpiange di essersi dimessa da ministro?
«Per nulla. Non mi sono certo dimessa per Renzi. Ma per tenere al riparo la mia famiglia e per difendermi meglio. Consiglio alla Boschi di fare lo stesso».