martedì 15 dicembre 2015

Corriere 15.12.15
Primarie, su Milano tensioni a sinistra
Verso la gara a tre: Majorino non cede
Sel divisa potrebbe disertare i gazebo
Sala comincia gli incontri con i circoli dem
di Andrea Senesi


MILANO Pierfrancesco Majorino non si ritira e anzi rilancia, Francesca Balzani entro questa settimana ufficializzerà la candidatura e Giuseppe Sala è così determinato che oggi incontrerà i circoli del Pd per preparare la sfida dei gazebo. Nonostante i malumori e i dubbi, e gli appelli incrociati a fare un passo indietro, a Milano si profilano primarie a tre. Nel senso che, oltre alla prevedibile quota di outsider, si sfideranno tre candidati «forti». Un segnale di ricchezza, dice qualcuno. Di sicuro uno psicodramma per l’ala sinistra della coalizione(minoranza del Pd e soprattutto Sel), divisa tra le due figure anti-Sala: Balzani, la vicesindaco sponsorizzata da Giuliano Pisapia, e Majorino l’assessore pd in corsa ormai da mesi. Entrambi impegnati a contendersi l’eredità politica della giunta arancione.
Oggi i due, Majorino e Balzani, torneranno a vedersi e a parlarsi, probabilmente prima della riunione di giunta. Difficile però immaginare che l’assessore al Welfare possa accettare di farsi da parte. E facile, al contrario, prevedere che la sinistra non renziana si ritroverà ai gazebo divisa e frammentata. Se Majorino non dovesse accettare gli appelli «unitari», a quel punto Balzani accelererebbe i tempi dell’annuncio. E in favore della vicesindaco si stanno già riposizionando pezzi importanti di ceto politico e di società civile. Di ieri l’appello tutto al femminile in favore di «Francesca», firmato tra le altre da Giulia Maria Crespi, Rosellina Archinto, Cristina Treu, Laura Hoesch, Gianna Martinengo e Lucia Castellano. «Ti abbiamo visto lavorare con competenza ed energia, in Europa e a Milano, ti abbiamo visto raddrizzare il bilancio del Comune, inventare soluzioni efficienti e socialmente attente. Il successo di questa giunta ti appartiene, come ti appartiene la speranza di rinnovarlo. Ci piacerebbe che il nuovo sindaco di centrosinistra a Milano fosse una sindaca, giovane, solida, già abituata ad amministrare. Tu insomma», si legge nel testo dell’appello. Al contrario, qualche dirigente del Pd, da Roma, avrebbe fatto pressioni perché Balzani rinunciasse alla candidatura: «Con primarie a tre le tue chance sarebbero minime, evita di esporti e cerchiamo una ricomposizione». Ma la vice di Pisapia non ci ripenserà.
In crisi di nervi in questi giorni è soprattutto Sel, che a Milano rischia di consumare una clamorosa scissione. Se Majorino (che intanto ieri è tornato a chiedere «trasparenza» all’uomo Expo sui conti dell’evento) non si ritirasse, e le primarie fossero davvero a tre, le possibilità di battere Sala si ridurrebbero drasticamente e lo scenario darebbe nuovo fiato a tutti coloro che nel partito di Vendola premono per archiviare la stagione del centrosinistra. Il rischio di dover poi appoggiare alle elezioni «vere» il manager di Expo sarebbe troppo elevato, mentre i dirigenti nazionali «tifano», e non da oggi, per la costruzione di una «Cosa rossa» capace di sfidare il Pd non alle primarie ma direttamente alle urne.
In ogni caso anche nell’ala più dialogante del partito viene ormai data come difficile la partecipazione attiva a primarie a tre e dall’esito quindi considerato scontato. Sel è insomma a un passo dalla rottura col Pd e dalla scelta di disertare le consultazioni del 7 febbraio. La decisione finale potrebbe arrivare già oggi, in una riunione informale dei dirigenti milanesi.
Il clima, a sinistra di Renzi, è tesissimo. Stasera Pippo Civati, Rifondazione e Comunisti italiani terranno una convention alla Camera del lavoro e da lì rilanceranno l’appello agli ex compagni di partito: «Questa è casa vostra, uniamoci per battere Renzi anche a Milano».
Pierpaolo Lio