sabato 7 novembre 2015

Repubblica 7.11.15
Alla Corte dei conti gli scontrini di Renzi
di Luca Serranò e Massimo Vanni


FIRENZE Palazzo Vecchio consegna alla Corte dei conti le fatture e le ricevute fiscali sostenute in quasi cinque anni dal Matteo Renzi al tempo in cui era sindaco di Firenze. Lo fa a poche settimane dall’apertura di un fascicolo sul caso da parte della magistratura contabile. E il capogruppo di Sel Tommaso Grassi, che da mesi chiede la copia degli scontrini, arrivando perfino a minacciare l’occupazione di una sala del Comune, rimane all’asciutto.
«La procura della Corte dei conti ha aperto un fascicolo sulla questione e pertanto fino alla chiusura delle indagini tutto è coperto da riservatezza», scrive il direttore generale di Palazzo Vecchio in risposta alla richiesta del capogruppo di Sel. Nella sostanza, niente scontrini. All’asciutto però rimangono anche i 5 Stelle, che come Sel aveva presentato una formale richiesta di accesso agli atti.
E subito arrivano le reazioni. Lo stesso capogruppo di Sel lancia via Facebook un appuntamento per stamani in piazza Signoria «per raccontare perché non riusciamo ad avere gli scontrini? di Renzi». E aggiunge: «Pretendiamo trasparenza». Mentre i 5 Stelle annunciano mobilitazione per i prossimi giorni.
Del caso degli scontrini di Renzi sindaco se ne sta occupando direttamente il procuratore regionale della Corte dei Conti della Toscana Andrea Lupi. E la sua richiesta era arrivata a Palazzo Vecchio solo qualche settimana fa, a ruota della bufera sollevata dalle dichiarazioni di alcuni ristoratori fiorentini .
La magistratura contabile chiedeva di andare oltre la semplice elencazione delle spese del sindaco Renzi, così com’è oggi consultabile “on line” sul sito del Comune di Firenze, dove si parla soltanto di «colazioni istituzionali » e «incontri di rappresentanza istituzionale». Senza cioè specificare né il numero né il nome dei partecipanti, dal momento che «la legge non lo richiede ». E Palazzo Vecchio, oggi guidato dalla giunta di Dario Nardella, si è deciso a consegnare alla Corte dei conti tutti gli «enormi faldoni», contenenti centinaia e centinaia di documenti fiscali corredati dalle giustificative di spesa. Ovvero, chi e in quali occasioni. Il presidente del consiglio ha sempre dichiarato di non aver nulla da nascondere e che tutto può essere rapidamente chiarito.