Repubblica 3.11.15
Enrico Rossi
“Invece di giocare affrontiamo i problemi”
intervista di Simona Poli
FIRENZE Né con Chiamparino né con Renzi. Il governatore della Toscana Enrico Rossi sceglie la via del dialogo. «Inutile cercare lo scontro», avverte. «Le Regioni hanno bisogno di trovare un’intesa che funzioni».
Renzi dice che ci sarà da divertirsi a parlare con voi.
«Più che divertirsi direi che bisognerà lavorare insieme per cercare una soluzione».
Lei non è pessimista come Chiamparino? È come se steste vedendo due realtà diverse seduti allo stesso tavolo.
«Non siamo all’ultima spiaggia, no, su questo proprio non sono d’accordo. E al di là dei toni che usa penso che sia un bene che Renzi ci abbia convocati, perché qui si tratta davvero di rimboccarsi le maniche non tanto nell’interesse delle istituzioni quanto dei cittadini. E su temi essenziali su cui le Regioni continuano ad esercitare una responsabilità ».
Ma è vero o no che non ci sono i soldi per fornire i farmaci salvavita?
«No, questo è un allarme eccessivo, bisogna stare attenti quando si parla dei fondi alla sanità: c’è comunque un miliardo in più rispetto all’anno scorso. Ci sono stati anni in cui è andato indietro, non dimentichiamolo».
Ma se il livello di contrapposizione è così forte come sarà possibile trovare un accordo?
«Col governo bisogna discutere più che polemizzare, per la prima volta siamo di fronte ad una manovra che punta allo sviluppo, che fa uno sforzo importante per recuperare 2 miliardi e 200 milioni per servizi essenziali come diritto allo studio, non autosufficienza e trasporti. Se queste risorse saranno effettivamente spendibili, come ci era stato promesso, raggiungeremo un risultato positivo».
Se il premier non fosse del Pd direbbe le stesse cose?
«Le Regioni hanno sempre collaborato con tutti i governi, il nostro compito di presidenti è quello di affrontare i temi in modo analitico, senza alimentare paure. Le Regioni devono sfruttare questa occasione per riacquistare credibilità e autorevolezza e per rilanciare il proprio ruolo».
I tagli però ci sono, 17 miliardi in meno su base triennale.
«Intanto occupiamoci dell’oggi. Se l’anno prossimo il Pil crescerà ancora vorrà dire che il taglio si ridurrà. In Toscana il bilancio non prevede aumenti né di tasse né del ticket, del resto la Finanziaria lo concedeva solo alle Regioni a rischio deficit».
Anche lei ha criticato la manovra. Sulla Tasi ad esempio.
«Non avrei abolito la tassa sulla prima casa per tutti e avrei investito di più sul sostegno alla povertà. E sarebbe molto importante che gli investimenti in sanità potessero stare fuori dal patto di stabilità. Se tutto questo fosse vero allora a quell’incontro ci divertiremmo tutti».