martedì 3 novembre 2015

La Stampa 3.11.15
In Toscana Rossi trova la ricetta anti-Renzi
di Francesco Maesano


Sarebbe sbagliato ridurre a una prova muscolare dettata dalla tattica e dal calcolo politico l’espressione del premier di ieri quando perde la pazienza e promette ai governatori di regione, quasi tutti del Pd, che «adesso ci divertiamo sul serio». C’è, nelle parole di Renzi, quel modo speciale di farsi la guerra che la storia ha insegnato a fiorentini e pisani. Dove per fiorentino s’intende lui, benché di Rignano, e per pisano Enrico Rossi, governatore toscano originario di Bientina, mezz’ora di macchina da piazza dei Miracoli.
Rossi è stato tra i primi a criticare i saldi della legge di stabilità nella parte in cui prevedono un aumento di un solo miliardo al fondo sanitario. «Con queste cifre resta fuori il rinnovo del contratto degli operatori della Sanità e pure la partita degli investimenti sanitari», spiegava nei giorni scorsi. Avvertendo Renzi che «la finanziaria viene approvata dalle Camere, c’è tutto il tempo per discutere, il governo dovrà parlare con le regioni e con il parlamento», cercando sponde in una minoranza Pd che, al netto delle diffidenze, ha un bisogno oggettivo di uscire dal cul de sac tutto stretto tra Camera e Senato nel quale si è infilata.
Il ragionamento che lega il filo tra Roma e Firenze è semplice: si annunciano 15 miliardi di tagli su tre anni mentre si sa già che nello stesso periodo si vuole abbassare la pressione fiscale, chiudendo nel 2017 per il 2018, ipotetico anno elettorale, con un intervento sull’Irpef.
Ma il presidente toscano, che non amministra una regione sottoposta al piano di rientro per la spesa sanitaria, è stato anche il primo a proporre una mediazione che troverà spazio sul tavolo convocato per domani col premier, al quale pensa di opporsi alle primarie per la segreteria del partito. E questo forse, il primo round.
Innanzitutto c’è il tema della spending review. «Se si ragiona di un miliardo e mezzo di risparmi, accettabili e praticabili dalle regioni, saremmo a due miliardi e mezzo. Che è già un’altra cosa», dove per “accettabili e praticabili” si legge “decisi” dalle giunte regionali. E poi la necessità di lanciare un messaggio al Ssn, magari impegnandosi nell’acquisto per tutti i malati di alcuni farmaci fuori portata, come quello contro l’epatite C che può costare decine di migliaia di euro. [f. mae]