lunedì 2 novembre 2015

Repubblica 2.11.15
Lo scrittore Hakan Gunday
“Il segnale è chiaro sicurezza prima di tutto i diritti vengono dopo”
intervista di Marco Ansaldo


ISTANBUL . Hakan Gunday, scrittore della nuova generazione di narratori turchi, autore del libro “A con Zeta” (pubblicato in Italia da Marcos y Marcos ed eletto nel 2011 miglior romanzo a Istanbul), come vede il risultato uscito dalle urne?
«Vedo che nonostante la chiarezza del voto la gente continua a essere preoccupata».
Perché? Il partito di Erdogan ha ottenuto un successo netto...
«Ma non ha fatto granché per ottenere questo risultato. E gli errori sono stati tutti dell’opposizione».
Che cosa vuol dire?
«Che nel voto di giugno il successo del partito curdo, allora entrato in Parlamento, è stato una sorta di miracolo. Ma la politica seguita dai guerriglieri del Pkk non è stata invisibile: in questi mesi ha finito per uccidere non solo i soldati dell’esercito turco, ma lo stesso partito democratico curdo. Il risultato del voto è un avvertimento: la formazione curda non deve avere collegamenti con la guerriglia».
Erdogan ha infine ottenuto quello che voleva?
«Ci sarà ora un governo forte, costituito da un solo partito. Spero che l’opposizione capisca la lezione e divenga più realistica. Devono prendersi le loro responsabilità e rinnovare le loro idee».
Molti sono rimasti sorpresi dal largo successo del partito conservatore islamico. Come ha fatto Erdogan a ottenere quasi 9 punti in più di percentuale in nemmeno 5 mesi dall’altro voto?
«I due mesi dopo le elezioni di giugno sono stati incredibili. La Turchia è divenuta un mare di sangue. E’ stato un periodo tragicamente anormale, segnato infine a ottobre dal massacro alla stazione di Ankara».
La gente come ha reagito?
«La reazione è stata quella di avere un solo partito al governo, in modo da sentirsi sicuri. Questa ora è la priorità. Non ha importato tanto la libertà di espressione o di stampa».