sabato 21 novembre 2015

Repubblica 21.11.15
La follia di punirli come i ladri di biciclette
Servono norme più severe per tutelare il nostro enorme patrimonio artistico: nel codice penale italiano bisogna introdurre il reato di disastro culturale
di Tomaso Montanari


LA prima cosa da dire è che questi quadri vanno recuperati prima di subito: un ministro dell’Interno italiano si gioca la faccia su Mantegna, Pisanello o Rubens come davvero su poco altro. E non si dica che ora ci sono cose più importanti a cui pensare: come rispose Winston Churchill a chi gli chiedeva di tagliare gli ultimi fondi per la cultura mentre Londra era sotto i bombardamenti nazisti: «e allora, per che cosa stiamo combattendo?».
Il secondo punto è impedire che accada di nuovo. Nessuno poteva prevedere che la rapina in villa sarebbe diventata, e proprio nel Nordest, la rapina in museo. Ma non è possibile che Castelvecchio fosse difeso da una singola guardia giurata, come l’ultimo dei supermercati. Il famoso patrimonio culturale diffuso (quello che non è nei venti supermusei di Franceschini, per intenderci: e cioè la sua parte incommensurabilmente più ampia) è completamente indifeso, reso vulnerabile da decenni di tagli selvaggi ai bilanci della cultura e degli enti locali.
Il terzo punto riguarda la tutela penale del nostro patrimonio culturale. In un recente convengo a Napoli, Gianni Melillo (il capo di gabinetto del ministero della Giustizia) ha ben spiegato come da questo punto di vista siamo all’anno zero. Il Codice dei Beni culturali non prevede pene adeguate, né soprattutto dà i mezzi per fare le indagini necessarie. Quando si trovò di fronte allo scempio della Biblioteca dei Girolamini a Napoli (spogliata dal suo stesso direttore, allora braccio destro di Marcello Dell’Utri), lo stesso Melillo (allora sostituto procuratore a Napoli) dovette contestare reati ideati per combattere le rivolte agrarie, come la devastazione e il saccheggio. E, partendo dallo stesso caso, Paolo Maddalena ha ben spiegato che bisognerebbe creare il reato di “disastro culturale”, sul modello del disastro ambientale. Oggi come oggi, se rubo un Mantegna è come se rubassi una bicicletta: e i ladri di Castelvecchio rischiano per le modalità del reato (rapina a mano armata), ma non per l’oggetto straordinario di quel reato. È dunque urgentissimo creare le premesse codicistiche per una vera tutela penale del nostro povero patrimonio culturale: per esempio, prevedendo il reato di detenzione illegale di bene culturale, che oggi non esiste.
Mai come in questi giorni abbiamo bisogno di chiamare all’appello tutte le ragioni per cui siamo ancora esseri umani: diciassette di quelle ragioni (alcune straordinariamente importanti) sono sparite. Devono tornare a Verona.