sabato 14 novembre 2015

Repubblica 14.11.15
Le intercettazioni
Ecco le telefonate in tribunale tra l’avvocato Manna e la moglie magistrato per evitare la sospensione di De Luca
“Operazione fatta ho parlato con Anna state tranquillissimi puoi avvertire gli amici”
di Dario Del Porto, Liana Milella e Conchita Sannino


NAPOLI. «Ho finito di parlare con Anna, puoi tranquillizzare tutti»: così l’avvocato Guglielmo Manna rassicura l’amico e collega Gianfranco Brancaccio alle 21 e 56 del 16 luglio. Siamo alla vigilia dell’udienza fissata davanti al tribunale civile di Napoli sul ricorso degli avvocati del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca contro la sospensione imposta dalla legge Severino. Il giudice relatore del fascicolo è Anna Scognamiglio, la moglie di Manna che proprio in quei giorni si sta muovendo per ottenere una nomina di prestigio nella sanità campana. Secondo la Procura di Roma, l’ambizioso avvocato utilizzerà per questo obiettivo proprio la funzione della moglie.
Non a caso un paio di settimane prima, parlando con un amico, Manna aveva detto: «Ma tu hai capito la barzelletta qual è? Indovina chi è il giudice relatore sulla causa di De Luca? Anna, mia moglie». Manna e Scognamiglio sono ora indagati dalla Procura di Roma con l’ipotesi di corruzione per induzione, insieme a De Luca, all’ex braccio destro del governatore, Nello Mastursi, all’ex coordinatore delle liste di De Luca Giuseppe Vetrano e ad altre due persone: Brancaccio (solo omonimo dell’amministrativista che assiste il governatore) e Giorgio Poziello. Dall’ultima informativa, spunta anche un sms che sembra chiudere il cerchio: lo invia Vetrano a Mastursi, anticipandogli il deposito della decisione su De Luca.
«L’ANESTESIA DEFINITIVA»
Il 4 luglio, Manna e Poziello parlano in maniera criptica di un intervento chirurgico «complicato ». Secondo gli investigatori della squadra mobile di Napoli, si tratterebbe di una metafora per alludere alla manovra legata all’udienza del 17 luglio.
Manna: «Tu glielo hai spiegato bene?»
Poziello: «Gli ho detto: “Peppino, ma tu...ha detto lui...si sì ho capito questo fatto...tutto è rimandato al 17 con la sentenza del giudice ».
Manna: «Quindi Peppe ha capito bene che deve fare l’anestesia definitiva?». Più avanti, Poziello commenta che «sono tutti quanti preoccupati». E Manna rileva: «Fanno bene perché l’intervento è complicato, con l‘anestesia sbagliata tu lo sai meglio di me... l’intervento si sbaglia facilmente ».
«LA NORMALE ASPETTATIVA»
Mancano dieci minuti alle tre del pomeriggio del 17 luglio, il giorno dell’udienza. Il giudice Anna Scognamiglio è in tribunale. Al telefono parla con il marito.
Manna: «Ma è tutto a posto?».
Scognamiglio: «Devono parla- re ancora metà degli avvocati. Tu che hai fatto col preside?»
Manna: «Tutto a posto, ho il nulla osta in tasca».
Scognamiglio: «Ah».
Manna: «Lei sarà giudice ma io non sono fesso, tengo il nulla osta in tasca».
Scognamiglio: «No il nulla osta, devi tenere la disponibilità ».
Manna: «La disponibilità e il nulla osta in entrata e tutto, Anna ».
Scognamiglio: «Poi devo andare a scuola a chiedere il nulla osta e poi glielo devo portare».
Manna: «Senti, eh».
Scognamiglio: «Funziona così ».
Manna: «Sì, sì, devi portarla tu mo’ lunedì ai Salesiani e ti pigli il nulla osta da loro in uscita, poi vai dalla preside, dalla signora è tutto a posto. Tutto fila secondo la normale aspettativa».
Scognamiglio: «Ci sono 50 avvocati e praticamente».
Manna: «Cinquanta avvocati, ma hanno fatto pure costituzione in giudizio adesso».
Scognamiglio: «Sì, sì sì».
I due si salutano con affetto:
Scognamiglio: «Devo rientrare, un baio ciao».
Manna: «Un bacino, amore».
A cosa si riferivano i coniugi quando parlavano di «nulla osta» e dicevano «tutto a posto»? A questioni familiari oppure ad altro? Lo dovranno accertare gli investigatori coordinati dalla Procura di Roma.
L’SMS A MASTURSI
L’ordinanza sarà depositata in cancelleria il 22 luglio.
La sera del giorno precedente, Manna chiama Brancaccio.
Manna: «Fai subito una telef... un avviso...una telefonata... insomma...chiama l’avvocato, l’altro avvocato...che è stato depositato stasera...diciamo la delibera e che quindi domani mattina è ufficiale».
Brancaccio: «Ah...perfetto, ok, ora mi spiego tutto...va benissimo ».
Manna: «Fallo subito perché la delibera è in data di oggi...e verrà numerata domani mattina...è di oggi pomeriggio...proprio di adesso».
Brancaccio avvisa via sms Vetrano: «Ciao collega, buonasera scrive - come concordato la notifica è stata disposta oggi ultimissima ora per cui domani sarà formalmente eseguita. A risentirci per gli esiti. Grazie». Alle undici di sera, Vetrano invia a sua volta un sms a Nello Mastursi, capo della segreteria politica di De Luca fino alle dimissioni rassegnate lunedì scorso, dopo il suo coinvolgimento nell’indagine della Procura di Roma. «Caro Nello, ho consegnato in serata i documenti, per cui domattina sarà data formale notizia». Il 22 luglio, rilevano gli agenti della squadra mobile di Napoli, viene depositata l’ordinanza collegiale con cui viene sospesa la sospensiva applicata nei confronti di De Luca in base alla legge Severino. Manna e Brancaccio commentano la notizia quando è già on line, e il marito del giudice commenta: «Mo’ dobbiamo aspettare lo step successivo ».
«UN PROCESSO MEDIATICO»
Assistita dall’avvocato Giovambattista Vignola, il giudice Anna Scognamiglio ha replicato ieri nuovamente alle accuse dicendosi «preoccupata ed enormemente amareggiata dal fatto che, mentre io sono totalmente ignara degli atti di causa e posta, quindi, nella impossibilità di difendermi, si celebri un processo mediatico ai miei danni con relativa condanna definitiva». Il magistrato esclude «in maniera assoluta » di aver potuto «comunicare a terzi, e quindi anche a mio marito, che era stata già presa una decisione favorevole a De Luca » e ribadisce di non aver mai pronunciato l’espressione «è fatta » che, rileva, «non appartiene al mio modo di esprimermi». Il 17 luglio, sottolinea, «al termine dell’udienza mi trattenni ancora un po’ di tempo con i miei colleghi ma certamente, in tale occasione, non scrivemmo né il dispositivo, né la motivazione dell’ordinanza anche perché vi erano ancora da esaminare le questioni illustrate. Il deposito avvenne il 22 luglio e fino a tale data era ben possibile rivalutare in tutto o in parte le questioni da decidere ».