sabato 14 novembre 2015

il manifesto 14.11.15
Lunedì De Luca in aula. Il Pd azzera la segreteria regionale
Campania. Il governatore dovrà spiegare al consiglio il caso Mastursi. Area riformista accusa chi ha sostenuto la candidatura dell’ex sindaco di Salerno.
di Adriana Pollice


«Sono rilassato come un monaco buddista. Non do neanche un’occhiata ai giornali per non farmi distrarre dal programma di lavoro»: il governatore campano Vincenzo De Luca rassicura Renzi: non ha intenzione di mollare e incassa soddisfatto i fondi stanziati per la Terra dei fuochi e Bagnoli. Resta però la freddezza del Nazareno: 48 ore di spiegazioni non sono bastate per chiarire la posizione di De Luca rispetto all’inchiesta della procura capitolina in cui è indagato, con altri sei, per il reato di concussione per induzione. Ieri ha ricominciato a perorare la sua difesa da Lira Tv, il canale in cui ha una rubrica fissa.
In ballo c’è anche la sua credibilità politica dopo il comunicato di lunedì in cui si annunciavano le dimissioni del capo della segreteria, Nello Mastursi, causa stanchezza dovuta al doppio incarico (in regione e all’organizzazione del partito) quando Mastursi era già indagato in qualità di intermediario in un ricatto: la sentenza favorevole al governatore sul ricorso per bloccare gli effetti della Severino, grazie al giudice Anna Scognamiglio, in cambio di un incarico nella sanità per Guglielmo Manna, marito del giudice. De Luca fino a martedì pomeriggio ha insistito nel raccontare di non saperne nulla: «Con un’indagine in corso il riserbo era dovuto», è stata la sua difesa.
Il governatore tira dritto pure sulle due sentenze a lui favorevoli, in entrambe delle quali è coinvolta Anna Scognamiglio: «Quanto deciso non faceva altro che ripetere la stessa decisione presa per de Magistris e non si poteva sconfessarla». In un’intercettazione agli atti, Manna spiega che una collega della moglie «ha fatto in modo di gestire le carte in modo che ad Anna tocca praticamente il ricorso abbinato come relatore e praticamente Anna già adesso la settimana prossima deve fissare l’udienza sul giudizio principale». Giorgio Poziello, amico di Manna, in un’altra intercettazione racconta di aver detto a Giuseppe Vetrano, coordinatore delle liste a sostegno di De Luca nell’avellinese: «Vedete che c’è una persona che rischia di morire…tra due giorni…la moglie di questo mio amico la può salvare… volete accettare questa cosa? senti questi sono i fatti…e infatti dopo che io ho detto questa cosa… baci e abbracci con l’avvocato». De Luca è tranquillo («Io e la regione Campania siamo parte lesa») e sottolinea: «Giudicheranno i magistrati senza guardare in faccia nessuno. La politica politicante non mi tollera. In tre mesi abbiamo fatto più di quanto non sia stato fatto in tre anni sul piano della trasparenza e del rigore».
Lunedì dovrà presentarsi in consiglio regionale a spiegare la vicenda dimissioni Mastursi. Le opposizioni, a cominciare dai 5 Stelle, vogliono sfiduciarlo per tornare al voto. La resa dei conti nel Pd locale è stata anticipata a domani mattina: «A stretto giro nominerò la nuova segreteria regionale, che ho deciso di azzerare — ha spiegato ieri il segretario regionale, Assunta Tartaglione -. Il rapporto tra il Pd e il presidente De Luca sia nel solco di un normale rapporto tra il governatore e il suo partito». Alla riunione parteciperanno i consiglieri regionali, i parlamentari e gli europarlamentari. Probabilmente saranno loro a entrare nella nuova segreteria, in una sorta di commissariamento informale, per affidare la ditta a chi ha un ruolo e un suo consenso in modo da arginare il governatore.
L’imperativo è evitare che il partito venga travolto dalle vicende di De Luca, che fino ad ora ha tirato dritto senza ascoltare nessuno. Ma è anche un modo per Assunta Tartaglione di evitare di fare da capro espiatorio. Giovedì sera a Roma l’Area riformista l’ha messa sotto accusa (insieme al sottosegretario alla presidenza del consiglio Luca Lotti) per aver sostenuto la candidatura dell’ex sindaco di Salerno. Una candidatura alla quale però si sono rassegnati tutti, vista l’incapacità di convergere su Andrea Cozzolino o Gennaro Migliore. Per adesso i renziani della prima ora e dell’ultima ondata danno fiducia a Tartaglione per arginare Area riformista che, a Napoli, è attraversata da molte anime, a cominciare dall’ex segretario regionale Enzo Amendola.
Il comitato di salute pubblica dovrà gestire la direzione del 20 novembre, in cui si decideranno le modalità delle primarie per le elezioni comunali di primavera. Antonio Bassolino è ufficiosamente in campo: difficilmente, dopo il caso De Luca, il partito vorrà schierare un altro pezzo del vecchio apparato.