venerdì 13 novembre 2015

Repubblica 13.11.15
L’amaca
di Michele Serra

 
MODI e toni del governatore De Luca sono, da tempo, così imbarazzanti da rendere quasi superfluo il dibattito sulla sostanza delle vicende che lo coinvolgono. Per dirla in breve, De Luca è uno che riuscirebbe a figurare nel torto anche quando avesse ragione. Detto questo, il tentativo del Pd di scaricarlo con disinvoltura non può essere digerito: né da De Luca né da chiunque pretenda dalla politica, per quanto sdrucita, un minimo di dignità. Caricare chiunque sapendo che chiunque può essere poi scaricato non è un metodo decente e neppure funzionale. E questo vale per Marino tanto quanto per De Luca, due casi diversissimi che minacciano di avere un esito molto simile: acclamati all’ingresso come portatori di voti e di successo, denigrati all’uscita come scomoda zavorra, come corpi estranei: quasi si fossero presentati in perfetta solitudine sulla scena politica.
Un partito è un organismo collettivo, deve farsi carico di scelte (giuste e sbagliate) da rivendicare comunque. Il Pd che sceglie De Luca, pur conoscendone i problemi giuridici e caratteriali, è lo stesso Pd che oggi dà l’impressione di volersene liberare.
Non è serio. Meglio, molto meglio sarebbe un partito che si fa carico dei propri errori piuttosto che illudersi di farla franca dicendo “è colpa sua, non è adatto, non è capace, non è all’altezza” eccetera. De Luca è del Pd. È il Pd che deve rispondere di De Luca.