domenica 8 novembre 2015

La Stampa 8.11.15
“Capaci di governare con un’agenda alternativa”
Non siamo reduci della Rivoluzione d’ottobre
di Francesca Schianchi


Ci racconteranno come i reduci della Rivoluzione d’ottobre», sospirava Stefano Fassina davanti a una piccola folla in tarda mattinata. Due ore dopo scende dal palco soddisfatto, per mano alla figlia Cecilia: «C’è un popolo democratico che vuole tornare a sperare».
Dove andate, Fassina?
«Vogliamo essere una sinistra capace di governare su un’agenda alternativa. Le nostre proposte le porteremo in giro per l’Italia».
Fate un soggetto unitario della sinistra o sarà la solita maxi alleanza che poi litiga su tutto?
«Siamo stati chiari: no ai cartelli, alle federazioni, agli arcobaleni. Si fa un partito. Il percorso è ancora lungo, ma oggi è stata una tappa importante».
Civati è fuori dal percorso?
«Assolutamente no. Civati è uno di noi. A gennaio ci sarà l’avvio della fase costituente e saremo tutti insieme».
Alle amministrative di primavera vi alleate col Pd o no?
«A Roma, a Torino, a Napoli, a Bologna, non mi sembra ci siano le condizioni».
E a Cagliari, dove l’uscente è Zedda di Sel?
«Lì credo che le condizioni per andare insieme al Pd ci siano».
Quindi la linea non è «mai col Pd».
«Al Pd del Jobs act o dell’Italicum siamo alternativi. A Torino siamo alternativi perché Fassino è il protagonista di una stagione di interventi regressivi. Quello che conta sono i programmi e la classe dirigente».
A Roma sarebbe favorevole a una ricandidatura di Marino?
«Per colpa del Pd, la sua fase si è chiusa, e credo che quell’esperienza abbia dato quello che poteva».
Si candida lei?
«Ora stiamo lavorando al programma, non è il momento di discutere le candidature».
Dal palco ha parlato di «regime insostenibile della moneta unica»: bisogna uscire dall’euro?
«Non ho detto questo. Quest’ Europa va corretta radicalmente, e le sinistre europee devono mettere sul tavolo un piano B, per costruire un altro regime monetario, come strumento negoziale».
Fate il gioco della destra?
«No: il gioco della destra lo fa chi fa la destra sul lavoro con il Jobs act, sulla scuola, sull’Italicum, sulla Rai…».
Secondo Bersani la sinistra può essere solo nel Pd...
«Temo che Bersani si illuda. Guardi con più attenzione fuori dal Pd, a quanto popolo democratico ha rotto i rapporti con quel partito».
Voi intanto lo aspettate?
Fassina sorride in silenzio; lo affianca Arturo Scotto: «Bersani? Certo che lo aspettiamo...».