domenica 8 novembre 2015

Corriere 8.11.15
Civati
«Parterre politicizzato, il mondo non lo è più»
intervista di Monica Guerzoni


ROMA Pippo Civati, al Quirino mancava solo lei.
«Non ho raccolto l’invito perché non faccio parte del gruppo parlamentare che nasce. Non mi piace il metodo, è una operazione di vertice».
Lei cosa avrebbe fatto?
«Sei mesi fa noi abbiamo proposto un lavoro più lungo, ma più denso. Io avrei messo su dei comitati, in giro per l’Italia, che venivano da esperienze diverse. Questa soluzione non è piaciuta e non è che ora si può fare il contrario».
La sinistra nasce spaccata.
«Non è colpa mia. Sinistra Italiana è un gruppo parlamentare che si estende, non un partito. Sel non ha convinto neanche i Verdi, Rifondazione, l’Altra Europa con Tsipras...».
Il Quirino era stracolmo.
«Non mi sorprende, c’è bisogno di sinistra. Segnalo però che, nel periodo precedente, abbiamo visto altrettante platee piene, da Roma a Firenze».
Che fa, gufa?
«Non mi fraintenda. Io sono contento che ci fosse tanta gente, segnalo però che un altro pezzo di platea non è rappresentato ed è destinato a crescere, contro queste formule in cui i politici si mettono d’accordo e dicono “facciamo un partito”. Io la penso al contrario, dal basso verso l’alto».
Non avrà ragione chi la accusa di fare la primadonna?
«Io sono l’ultima donna, non la prima. Sto cercando di costruire un movimento diffuso, che si raccoglie attorno a un’idea e non attorno a un leader. E poi scusi, l’accusa di essere una primadonna me la facevano anche quando stavo nel Pd. Basta, sarei anche un po’ stufo di queste battute».
E il suo videomessaggio? Lo stanno ancora aspettando.
«Non ho promesso niente, gli uffici stampa la smettano di dichiarare cose non vere».
Perché tanta freddezza?
«No, sono solo stanco di essere chiamato in causa da persone alle quali ho proposto ora i referendum, ora l’associazione Possibile. Mi hanno sempre risposto di no. E poi, scusi, se avessi voluto entrare in Sel potevo farlo all’inizio di maggio».
Non si sente un po’ solo?
«Anche questa idea che loro siano l’unica cosa che c’è, non è vera. Settimana prossima presentiamo una nuova componente alla Camera che ha una certa dignità ed è l’unione tra Possibile e Alternativa libera».
E gli attacchi al Pd?
«Non capisco perché il Pd sia stato attaccato così tanto, quando poi a Milano Sel partecipa alle primarie. Ci vuole uno sguardo molto più rappresentativo della tradizione socialista, liberale e verde. Si può fare la stessa cosa senza fermarsi alle formule di partito».
Le è piaciuto il parterre?
«Mi è sembrata una assemblea molto politicizzata, quando c’è tutto un mondo che non lo è più, anche dal punto di vista generazionale».
Il vecchio che avanza?
«Bisogna rivolgersi anche ai giovani, fare alleanze senza Pd e costruire il programma con lo sguardo largo di un movimento politico e non di un gruppo parlamentare».
E Bersani, che resta nel Pd?
«Io penso che il ponte sullo Stretto abbia dato la risposta a tutti gli interrogativi di Bersani. Mi auguro che la sinistra del Pd non chieda di aggiungere una pista ciclabile, per poi votarlo».