La Stampa 8.11.15
Due Cine, una stretta di mano
Storico incontro a Singapore fra Xi Jinping e il presidente di Taiwan Ma Ying-jeou A cena conti separati. Pechino: siamo una sola famiglia. La replica: rispetto reciproco
di Ilaria Maria Sala
Un incontro storico, una stretta di mano lunga e ben visibile da tutte le telecamere e dai fotografi impazziti: i due presidenti cinesi – Xi Jinping della Repubblica popolare cinese, e Ma Ying-jeou della Repubblica Cinese, ovvero Taiwan - che si sono incontrati a Singapore, all’hotel Shangri-la, non hanno avuto bisogno di un accordo o un documento con cui siglare la loro conversazione faccia a faccia. È bastato che si raggiungessero dai due lati opposti di un palcoscenico, e arrivati nel mezzo si tendessero la mano, per stringersela per 80 secondi almeno davanti ai giornalisti.
Dopo quasi 70 anni
È stata la prima volta dal 1949 che i due uomini a capo del Partito Comunista e del Partito Nazionalista (Kmt) hanno abbandonato retorica e ostilità per guardarsi negli occhi, e darsi la mano. Tutto il resto, è stato secondario: il fatto che l’imbarazzo su come rivolgersi l’un l’altro abbia fatto abbandonare il titolo di «presidente», e che entrambi si siano salutati come «signore». O che abbiano fatto a metà del conto per il pasto che hanno condiviso. E forse, anche che la delegazione taiwanese voleva che i giornalisti restassero presenti, mentre la parte cinese non ha voluto sentirne parlare – riuscendo a respingere la stampa quando Xi parlava.
I due «signori» si sono seduti dietro targhette con i loro nomi, scritte in modo da non dare la preferenza ad un sistema sull’altro: negli Anni 50, infatti, Mao Zedong decise di semplificare i caratteri cinesi, rendendoli più facili da scrivere, suscitando l’orrore dei Nazionalisti al di là dello Stretto di Formosa (dove il Kmt si rifugiò dopo aver perso la guerra civile) che si sono sempre considerati i protettori della vera cultura cinese. Così, la targhetta di Xi Jinping era scritta con i «caratteri semplificati» della Cina continentale. Quella di Ma Ying-jeu con quelli «complessi» di prima, tutt’ora utilizzati a Taiwan ed Hong Kong.
Una volta concluso il pasto e la breve tavola rotonda, l’incontro con la stampa: «l’incontro di oggi rappresenta l’apertura di un nuovo capitolo nella relazione attraverso lo Stretto», ha detto Xi Jinping, aggiungendo: «La separazione delle famiglie che c’è stata dai due lati dello stretto di Taiwan ha causato profondo dolore e rimpianto per innumerevoli famiglie».
E poi, ancora più sentimentale: «Siamo fratelli ancora connessi dalla nostra carne anche se le ossa sono rotte». Ma Ying-jeu invece ha lanciato un appello affinché vengano «ridotte le ostilità e l’animosità e affinché la risoluzione delle dispute avvenga in modo pacifico attraverso il dialogo», augurandosi un «rafforzarsi degli scambi attraverso lo stretto» e l’instaurazione di linee dirette fra Taipei e Pechino per affrontare ogni tipo di questione.
A volte, per fare la storia, non c’è bisogno di altro. Ma al di là dell’immagine fino a poco fa impensabile dei due presidenti che si stringono la mano, c’è in realtà molto e molto poco: Ma Ying-jeu resterà al potere solo altri sei mesi, dato che le elezioni presidenziali taiwanesi avranno luogo questo gennaio. E il Kmt è da tempo sfavorito in tutti i sondaggi.
Proteste sull’isola
Molti elettori reputano infatti rischioso concedere troppo a una Cina a Partito unico che da decenni toglie a Taiwan, una democrazia sviluppata, ogni spazio internazionale, e che non ha mai rinunciato all’uso della forza per «riconquistarla». Così, le prossime elezioni saranno probabilmente vinte da Tsai Ing-wen, candidata dell’opposizione, che ha attaccato l’incontro di Singapore, sullo sfondo di grosse proteste a Taiwan contro Ma. In Cina, invece la maggior parte dei cinesi vede in modo positivo la storica stretta di mano dei due signori presidenti.