mercoledì 4 novembre 2015

La Stampa 4.11.15
Manovra, allarme della Corte dei Conti
“Gli enti locali rischiano una batosta”
Bankitalia e il limite ai contanti: “Una stretta sui money transfer”
di Michele Lombardi


Dubbi pesanti soprattutto sulle coperture, che serviranno a finanziare lo stop alla Tasi e il taglio delle altre tasse previsti dalla legge di stabilità: la bocciatura sonora della manovra è arrivata ieri in commissione Bilancio al Senato per bocca del presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, che ha puntato il dito contro la disinvoltura con cui il governo ha bilanciato riduzioni d’imposte e capitoli di spesa. «La legge di Stabilità usa al massimo i margini di flessibilità, riduce esplicitamente i margini di protezione dei conti pubblici, lascia sullo sfondo nodi irrisolti e questioni importanti», ha detto il numero uno dei magistrati contabili. Sotto accusa soprattutto le clausole di salvaguardia (Iva e accise) spostate sul 2017 e 2018: un rinvio che richiederà «consistenti tagli di bilancio aumenti di entrate» a partire dal 2017. E per disinnescare le clausole, nel 2016, «serviranno risorse per un punto percentuale di Pil», è la risposta dell’Ufficio parlamentare di Bilancio. Circa 18 miliardi per evitare gli aumenti previsti.
Più tasse locali
La batosta rischia di ricadere sui bilanci delle Regioni, che dovrebbero tagliare 17 miliardi di spesa nel biennio 2017-2018. Con la premessa che il 2016 non sarà indolore: in ballo c’è la “sforbiciata” di 2 miliardi del Fondo sanitario nazionale e una riduzione di 2,2 miliardi dei costi extra-sanità con effetti anche sul trasporto pubblico locale (il governo sarebbe però disposto ad accontentarsi di 900 milioni). Una stretta che –come ha ribadito ieri Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni - avrà come conseguenza un aumento delle tasse o dei ticket nelle Regioni con la sanità in rosso. La Uil ha fatto i primi calcoli: nelle nove Regioni in deficit l’addizionale Irpef potrebbe aumentare del 47,4% con un aggravio medio pro capite di 221 euro. Un salasso per oltre 13 milioni di contribuenti. Con queste premesse, non sarà una passeggiata l’incontro tra il premier e i governatori a palazzo Chigi. Se Renzi è stato sferzante («Ci divertiremo, tagliate gli sprechi», ha detto), anche Chiamparino appare deciso a non mollare: «Non vado a divertirmi ma a lavorare». Conti alla mano, ha ribadito che manca 1 miliardo per la sanità.
Il nodo contratti pubblici
Il governo ha stanziato 300 milioni, che – secondo la Corte dei Conti – serve soltanto a pagare «l’indennità di vacanza contrattuale». Per rinnovare i contratti, fermi da sei anni, servirebbero invece «2 miliardi nel 2016 (come indicato nel Def) e 5 miliardi a regime». La stretta sul turn over , inoltre, avrà ripercussioni sull’età (già alta) dei travet considerando che, nei ministeri, «il 40% dei dipendenti» è over 55.
Bankitalia striglia il governo e boccia la scelta di aumentare a 3 mila euro la soglia del contante: «Quanto più la soglia è bassa, tanto meglio è». Non c’è, poi, una «chiara evidenza empirica» che una soglia più alta abbia effetti positivi sui consumi. Infine, un richiamo esplicito: «E’ consigliabile un regime più severo per le attività più esposte contaminazione, come i money transfer».