martedì 24 novembre 2015

La Stampa 24.11.15
Un reporter nel laboratorio di Pepe Mujica


È come la sceneggiatura d’un film, Il paese dell’utopia, il bel libro di Leonardo Martinelli pubblicato da Laterza (pp. 210, € 13). Una sceneggiatura che racconta, descrive, colora, insegue, e fotografa, nella forma narrativa che soltanto una sceneggiatura sa proporre, vedendo le parole come immagini che già vivono fuori della pagina; e sono mille storie che s’inseguono e s’intrecciano lungo le terre di un’America Latina attraversata con gli occhi curiosi d’un reporter innamorato degli uomini di quel continente, e delle loro vite fuori regola e dei loro sogni impossibili.
Il paese dell’utopia è l’Uruguay, naturalmente, che sta all’America Latina come la libertà della fantasia sta all’ordine dovuto delle cose. Un Paese che oggi non s’accontenta di vivere di un passato glorioso e felice, pur tra profonde contraddizioni, ma si sta inventando una nuova identità, figlia certamente del meglio di quel passato e però anche proiettata all’interno della sfida del tempo d’oggi, che nell’accelerazione elettronica divora cronaca e storia, progettualità politica e lotte quotidiane, austerità severa e impegni visionari.
Di questi impegni capaci di frantumare le regole del dovuto l’interprete migliore è certamente «Pepe» Mujica, il presidente tupamaro, che ha fatto dell’Uruguay un laboratorio dove le politiche della sinistra si sono confrontate con la consistenza ruvida e spessa degli interessi consolidati, tentando percorsi profondamente inusuali, consegnati in eredità a un dibattito che va oltre le frontiere uruguagie, nel Cile della Bachelet, in Brasile, anche nella Cuba riformatrice di Raúl Castro, anche in un’Europa dilaniata sulla sorte del welfare.
Martinelli, che dopo i suoi viaggi in America Latina oggi lavora da Parigi a raccontare per La Stampa le storie della Francia, si porta però dentro, forte, intensa, la memoria di quei viaggi, e la racconta ora fianco a fianco con Garibaldi e Costa-Gavras, il Che e Franco Solinas, Jorge Drexler e Lucía, e Sendic, Sanguineti, Allende, Chávez, Galeano - uomini, loro e cento altri, che sono la compagnia felice d’un appassionato cammino nella storia.