lunedì 23 novembre 2015

La Stampa 23.11.15
Città, Renzi nella morsa tra minoranza Pd e Sinistra
Il voto amministrativo resta incubo: Sel molto critica da Torino a Roma
E Speranza avvisa: se vogliamo governare non possiamo perdere
di Francesca Schianchi


«Non basta gettare tutto in pasto alle primarie, che non hanno poteri taumaturgici in sé». Dopo aver confidato proprio a «La Stampa» l’amarezza per la rottamazione fallita, il deputato renziano (ma critico) Matteo Richetti ribadisce in una lettera aperta a Renzi su Facebook la necessità di «sostenere il cambiamento», per cui «se a un appuntamento elettorale si presenta un giovane, capace e preparato sindaco di provincia contro un discusso dirigente dell’apparato al quinto incarico politico, io non credo che uno valga l’altro». Valutazioni che appaiono quanto mai di attualità, all’indomani della candidatura alle primarie per il sindaco di Napoli dell’ex primo cittadino Antonio Bassolino, tanto mal digerita dai vertici Pd da aver subito fatto filtrare un lapidario «non è il nostro candidato». E particolarmente importanti se si considera che di qui a qualche mese i dem dovranno individuare candidati in tutte le città più importanti – da Roma a Milano a Napoli – e, come avverte l’ex capogruppo Roberto Speranza, «non possiamo perdere: un partito che vuole governare l’Italia deve essere protagonista di queste amministrative».
Candidati che saranno scelti con le primarie: dopo i dubbi da più parti sollevati nei mesi scorsi (e ancora ieri il braccio destro di Renzi, Luca Lotti, diceva che «non vanno tolte di mezzo, ma forse qualcosa va rivisto»), ora l’intenzione dei piani alti del Pd è quella di dar vita a un «primarie day», un’unica giornata di gazebo, forse il 20 marzo. Sperando di trovare gli aspiranti sindaci più competitivi, in una tornata che, per il Pd, si presenta piuttosto complicata.
Anche perché, da Torino a Napoli, e persino a Bologna, i tradizionali alleati di sinistra potrebbero ballare da soli. Per poi al secondo turno, ha già minacciato Stefano Fassina, sostenere magari, perché no, il M5S. Sinistra italiana ha scelto Giorgio Airaudo a Torino, dove il sindaco uscente Piero Fassino dovrà lottare anche contro la competitiva candidata del M5S, Chiara Appendino. Anche a Napoli, Sinistra italiana è già orientata su Luigi De Magistris, nella città dove, appunto, per ora, i dem contano la sola candidatura ufficiale di Bassolino, «immagino ci saranno anche tanti altri candidati», sdrammatizza Lotti. A Milano, il Pd è in attesa di capire se il manager di Expo Giuseppe Sala voglia veramente candidarsi, un’ipotesi che Si vede come fumo negli occhi: «Non ci vediamo nessuna continuità con l’ottima amministrazione Pisapia», spiega il coordinatore di Sel, Nicola Fratoianni. E persino a Bologna, dice, «non mi pare ci siano le condizioni per sostenere insieme al Pd l’uscente Virginio Merola». A Roma, poi, la fine traumatica dell’amministrazione Marino rischia di essere una ferita non rimarginabile in tempi brevi (non è un caso che il dibattito sui nomi sia rinviato a più avanti, a gennaio), tanto più se la sinistra correrà con Fassina. «Infatti dobbiamo assolutamente coinvolgere Sinistra italiana in primarie di coalizione, per farli correre con noi», commenta un dirigente romano, «nella capitale e non solo».
Speranza, che insieme a Gianni Cuperlo ha organizzato un incontro pubblico il 12 dicembre, in concomitanza con la Leopolda («ma non è una contro-Leopolda: abbiamo dovuto spostare la data», giura Cuperlo) insiste perché si organizzi una Direzione del partito sul tema, «la linea mi sembra ancora confusa». Il Pd la sta cercando, come anche il centrodestra. Dove qualche ipotesi di candidatura già gira: da Gianni Lettieri a Napoli alla leader di FdI Giorgia Meloni a Roma al direttore del «Giornale» Alessandro Sallusti a Milano.