domenica 22 novembre 2015

La Stampa 22.11.15
L’assordante silenzio della Nato
di Stefano Stefanini


Venerdì notte, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha autorizzato «tutte le necessarie misure» per prevenire e sopprimere il terrorismo dello Stato Islamico. L’Unione europea aveva recepito la richiesta francese di sostegno militare degli Stati membri. Pur senza effetti pratici sono gesti politici importanti.
Dalla Nato giunge un assordante silenzio. La Francia non ha invocato né l’Art. 5 che prevede la difesa collettiva né chiesto consultazioni politiche ai sensi dell’Art. 4. Di Isis non si parla – forse alla riunione dei Ministri degli Esteri dell’1-2 dicembre. Perché?
Ci sono tre spiegazioni. La prima è la vecchia riluttanza francese alla cornice atlantica. Parigi vuole alleati ma preferisce la formula multinazionale. Nel 2011 resistette a porre l’intervento in Libia sotto la Nato. Ci vollero le insistenze americane (e nostre). Secondo, i Paesi arabi sarebbero sospettosi; l’Iran diffidente; la Russia fortemente contraria. Terzo, il dibattito metterebbe a nudo le divisioni interne all’Alleanza.
Le paure di Mosca
Le circostanze sono eccezionali; se convinta che può servire la Francia utilizzerebbe anche la Nato. La seconda spiegazione è seria ma superabile. La Nato dispone, e non da ieri, di una rete di partnership nel Mediterraneo e nel Golfo. Mosca avrebbe bisogno di garanzie ferree che nell’intervenire in Siria la Nato non si «allarghi», come i russi l’accusano di aver fatto in Libia. Le stesse che sta chiedendo a Washington e Parigi.
Per il Cremlino ci sarebbe però una contropartita: una Nato che interviene in Medio Oriente a fianco di Mosca è una Nato meno russofoba. L’Alleanza ritroverebbe l’equilibrio fra Est e Sud. Potrebbe essere riattivato il Consiglio Nato-Russia, ibernato dalla crisi ucraina. Considerazioni che dovrebbero toccare qualche corda anche a Roma.
Scarsa solidarietà
Più preoccupante il terzo ostacolo. È sintomo di scarsa solidarietà; rivela gli scricchiolii dell’Alleanza. Se quella di Isis non è un’aggressione, cos’altro lo è? Eppure un certo numero di alleati esiterebbe a dare un consenso che li impegnerebbe militarmente (ben più del Trattato di Lisbona). Altri non vogliono distogliere la Nato dall’unica missione di deterrenza della Russia. Giustificata ma non unica. Non si rendono conto che accantonando le altre minacce sfilacciano l’Alleanza. La portavoce russa, Maria Zakharova ha ridicolizzato la Nato chiedendo «dov’era mentre si sparava a Parigi». Propaganda certo – che fa male.
Il ruolo degli Stati Uniti
Neanche gli americani insistono. Forse per tacita intesa con i francesi. Se invece non vedono più nella Nato il cordone ombelicale con la sicurezza dell’Europa il segnale è di disimpegno dalla collettiva solidarietà atlantica. Inquietante per l’Italia.