sabato 14 novembre 2015

La Stampa 14.11.15
Dopo mesi di rinvii Renzi si “prende” Giubileo e riflettori
Stanziati i 200 milioni che da tempo Roma aspettava
di Fabio Martini

La sequenza, in tre «scene» è eloquente. La prima, all’ora di pranzo: il Consiglio dei ministri approva lo stanziamento di 200 milioni per il Giubileo, ad appena venticinque giorni dall’inizio dell’Anno santo e dopo che per otto mesi era stato negata qualsiasi erogazione al Comune di Roma. Seconda scena. Nel primo pomeriggio il presidente del Consiglio partecipa (e lo fa sapere) ad una riunione della Commissione bilaterale Stato-Vaticano per il Giubileo che si riunisce già da mesi: per il premier è la prima volta. Questa sera, sempre Matteo Renzi, per ospitare il presidente iraniano Hassan Rohani, ha scelto a sorpresa palazzo Caffarelli, la residenza di proprietà del Comune di Roma con vista sui Fori, nella quale non era mai entrato prima. La sequenza racconta una novità: da quando il sindaco Ignazio Marino non c’è più, Matteo Renzi è diventato affettuoso con Roma.
Limitandosi a commentare l’inatteso stanziamento governativo per il Giubileo, il sindaco uscente Marino si compiaciuto per la città che ha appena finito di guidare, ma si è anche affrettato a scrivere su Facebook: «Sono stato eliminato» da Renzi, che vuole «gestire direttamente i 200 milioni». Certo, una lettura hard e auto-centrata di tutta la vicenda e che trascura il «contributo» dello stesso Marino alla propria defenestrazione, ma indubbiamente la sequenza delle ultime ore segnala un deciso cambio di atteggiamento da parte del premier. Renzi è come se avesse deciso di «prendersi» Roma e gli imminenti riflettori del Giubileo, naturalmente sfruttando abilmente le circostanze e le debolezze altrui.
Seguendo la «strada dei soldi» emerge il primo indizio. Dopo la prima riunione operativa della apposita Commissione per il Giubileo che si svolse ad aprile e alla quale parteciparono Vaticano, governo, Regione Lazio e Comune, i progetti presentati del Campidoglio incontrarono la silenziosa indifferenza del governo, che via via fece slittare il proprio responso per ben quattro mesi: a fine agosto il Cdm decise di non stanziare un solo euro per il Giubileo e confermò il precedente orientamento, quello di concedere al Campidoglio uno slittamento nella restituzione del debito storico, potendo quindi contare su 50 miloni per alcune opere essenziali: strade marciapiedi, verde, bagni pubblici. Ora, appena due settimane dopo le dimissioni di Marino, il governo scova improvvisamente 200 milioni, soldi freschi per interventi di varia natura che il presidente del Consiglio ha sintetizzato così: «Decoro e trasporto».
Il secondo indizio riguarda la squadra che Renzi aveva annunciato di voler affiancare al commissario prefettizio: «Sarà un dream team», aveva detto il premier nei giorni nei quali Marino ancora tentennava, incerto se dimettersi o meno. Un annuncio-spot ad uso dell’opinione pubblica o un auspicio sincero? L’unica cosa certa è che ieri sempre Renzi ha comunicato: «Dream team o no, metteremo a disposizione di Gabrielli e Tronca tutte le risorse e le persone necessarie». Dunque, per ora, niente squadra da sogno, Questo aiuterà a concentrare i riflettori su Renzi o li allontanerà? Sicuramente la coesistenza di ben due prefetti sulla stessa piazza - il commissario Paolo Tronca e quello di Roma Franco Gabrielli, oltretutto sprovvisti di «dream team» - contribuirà a concentrare i meriti sull’autorità politica.
In attesa che il Giubileo cominci, il premier si è rapidamente riavvicinato a Roma. L’altro giorno è andato a dare uno sguardo alla Fontana di Trevi, appena restaurata e questa sera Renzi ha scelto la terrazza Caffarelli con vista mozzafiato sui Fori per una cena importante, come quella col leader iraniano Rouani. Per due anni e mezzo il sindaco Marino ha ricevuto qui gli ospiti di riguardo: sono bastate due settimane per cambiare il capotavola.