La Stampa 14.11.15
Orlando “Da reati non puniti a multe sicure”
di Fra. Gri.
Erano reati di minima entità, di quelli che secondo il codice penale si possono sanzionare non con il carcere, ma con una ammenda. Il governo intende ora depenalizzarli, trasformando un’aleatoria sanzione pecuniaria in una multa sicura. Il trasferimento dal versante penale a quello amministrativo - ha spiegato ieri il ministro Andrea Orlando, al termine del consiglio dei ministri - ha l’obiettivo di sanzioni «più rapide, incisive ed efficaci, producendo quindi entrate che vengono effettivamente incassate dallo Stato e risparmi per i costi dei tanti procedimenti; decongestionare la giustizia penale da migliaia di procedure lunghe, spesso inutili e costose; assicurare una più efficace repressione dei reati socialmente più gravi».
Una misura molto richiesta sia dai magistrati, sia dagli avvocati. La Lega Nord è però immediatamente insorta: «È l’ennesima decisione infame di un governo che premia nuovamente criminali e delinquenti», dice il capogruppo in commissione giustizia alla Camera, Nicola Molteni.
«Populismo giudiziario», li liquida l’Unione delle Camere penali. Ma il ministro Orlando si attendeva polemiche: «Non vorrei che qualcuno raccontasse che stiamo rendendo meno duro questo tipo di illeciti. Al contrario, per la prima volta le sanzioni saranno effettive. Spesso questi reati cadevano in prescrizione, oppure si arrivava a una condanna soggetta alla sospensione condizionale della pena e la multa non veniva mai pagata. Ora la sanzione si realizzerà».
Un esempio, per capire la portata del provvedimento: depenalizzando il reato di omesso versamento di contribuiti previdenziali e assistenziali, ove l’importo non superi 10mila euro annui, saranno annullati migliaia di procedimenti. Il datore di lavoro non sarà punito nemmeno sul piano amministrativo nel caso provveda al versamento delle ritenute entro 3 mesi dalla contestazione. Altrimenti scatta anche la multa.
Resteranno reato penale gli illeciti in materia di edilizia e urbanistica, di ambiente, di alimenti, di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, di sicurezza pubblica, di giochi d’azzardo, di armi ed esplosivi, di elezioni e di finanziamento ai partiti, di proprietà intellettuale e industriale. Rinviato al dibattito parlamentare il quesito, non sciolto dal governo, se abrogare anche il reato di immigrazione clandestina.