sabato 14 novembre 2015

La Stampa 14.11.15
Si può estendere la legittima difesa?
Comincia alla Camerala discussione della proposta di legge leghista: chi spara per difendere dai ladri casa o negozio non deve dimostrare la propria innocenza. I partiti alla prova sul sensibilissimo tema.Il Pd e il governo però frenano
di Carlo Bertini


Esulta Salvini per la grazia ad Antonio Monella, proprio mentre alla Camera Nicola Molteni, il front man della battaglia leghista sulla legittima difesa, spiega la proposta di legge che terrà banco alla Camera dalla prossima settimana in Commissione Giustizia; legata però soprattutto agli ultimi casi di cronaca che hanno scatenato polemiche. Che sia il tema che il Carroccio cavalcherà per tutta la campagna elettorale, Salvini lo ha fatto capire chiaramente.
Ieri ha provato a stoppare la polemica di un’Italia trasformata in «un paese di sparatori. No, il modello è la Svizzera, non gli Stati Uniti. Hanno 4 milioni di armi su 8 milioni di abitanti. Non è che si prendano a pistolettate a Zurigo». E che questa sia una delle sfide difficili da fronteggiare per il governo lo dimostra la dialettica interna all’esecutivo, dove Ncd preme per aggiornare le norme e il Pd frena. Certo i dati aiutano i leghisti: in dieci anni i furti in appartamento più che raddoppiati, gli ultimi numeri del Censis di febbraio 2015 fotografano un boom di un fenomeno, (oltre 250 mila furti denunciati nel 2013), che investe soprattutto il Nord-Ovest, il 20% sono nelle tre province di Milano, Torino e Roma. E se a questi si somma la crescita del 200% delle rapine in casa, cioè i furti «con violenza o minacce ai proprietari», si capisce perché gli ultimi episodi che hanno fatto clamore sono solo un tassello del problema che si pone all’esecutivo: che non a caso ha aumentato le pene per furti in casa e rapine.
La proposta leghista
Cosa chiede la Lega? Che ci sia sempre la presunzione di legittima difesa per chi protegge la propria abitazione o negozio dai ladri, spiega Molteni. Tradotto, l’inversione dell’onere della prova. Un solo articolo che introduce una norma aggiuntiva all’art. 52 del Codice penale. «Si presume che abbia agito per difesa legittima colui che compie un atto per respingere l’ingresso, mediante effrazione o contro la volontà del proprietario, con violenza o minaccia di uso di armi da parte di persona travisata o di più persone riunite, in un’abitazione privata, o in ogni altro luogo ove sia esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale».
E cosa dice il governo? Chi ha parlato col ministro Orlando dice che «lui frena». Invece Enrico Costa, sottosegretario alla Giustizia di Ncd, che seguirà in commissione l’iter, dalle audizioni ai voti, definisce quella leghista una proposta «troppo estrema». Ma spiega che «la criminalità negli anni ha cambiato pelle, un volta c’era il topo di appartamento che entrava d’estate, oggi ci sono bande pronte a neutralizzare i proprietari e la percezione dello stato d’ansia e paura conta». Dunque? «La normativa va calata sull’attualità e verificheremo come le singole situazioni dove si invoca la legittima difesa vengono applicate nei tribunali». Insomma, bisogna «tutelare chi reagisce in stato d’ansia, ma non pensare di legittimare la vendetta e pensare di dare licenza d’uccidere». Tradotto, Ncd non chiude la porta a modifiche.