Il Sole 29.11.15
La Shalabayeva implorò la polizia contro l’espulsione
Si aggiungono nuovi dettagli sul caso di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Ablyazov, espulsa illegitimamente dal nostro Paese insieme alla figlia di 6 anni e su cui la Procura di Perugia sta indagando per capire chi agevolò il 31 maggio di due anni fa il frettoloso rimpatrio della donna richiesto dalle autorità kazake.
Per almeno sette volte - in circostanze diverse, in giorni diversi - Shalabayeva aveva implorato gli operatori di polizia che l’hanno prelevata dalla sua villa di Casal Palocco e infine imbarcata su un volo diretto in Kazakistan, evidenziando i «gravissimi rischi» che avrebbe corso se fosse stata espulsa. Con l’ultimo grido - «io voglio l’asilo politico» - pronunciato sulla scaletta dellaereo prima del rimaptri forzato in Kazakistan e ignorato, perché - è stata la risposta - «tutto è stato già deciso ad alto livello». La ricostruzione di questi passaggi l'hanno fatta i carabinieri del Ros e la procura di Perugia, che ha indagato sette poliziotti e un giudice di pace per il sequestro della Shalabayeva (in concorso con alcuni funzionari kazaki, non tutti identificati), oltre che per falso, abuso d'ufficio, omissione di atti d'ufficio ed altri reati.
Si tratta di una serie di circostanze che, annotano i pm di Perugia, «non avrebbero consentito né l'espulsione, né il trattenimento, ne' la convalida», ma che il giudice Lavore non annotò nel verbale d’udienza.