lunedì 16 novembre 2015

Il Sole 16.11.15
Internazionalizzazione
Crescita e welfare, il mix della nuova Cina
La strategia di Pechino prevede l’attuazione di misure capaci di coniugare innovazione e integrazione sociale
Sei esperti valutano l’impatto del 13° piano quinquennale e le possibili chance per il nostro Paese
di Rita Fatiguso

PECHINO È un Piano quinquennale che si lascia dietro le solite certezze granitiche più che mai scalfite dalla globalizzazione. Un Piano che fa i conti con quella parte della Cina rimasta indietro o che rischia di rimanerci, forse per sempre. I poveri, i migranti, i malati, le vittime dell’inquinamento, chi ha perso il lavoro perché si è ammalato. La ricchezza va dunque ridistribuita, pena un ulteriore rallentamento dell’economia: non sarà facile per un Paese che ancora si dice socialista anche se con caratteristiche cinesi.
Come dimostrano le valutazioni degli esperti in sei aree tematiche raccolte in questa pagina dal Sole 24 Ore (si vedano gli articoli sotto) è questo il filo rosso del 13esimo Piano quinquennale reso pubblico dal Governo cinese (sarà definitivo a marzo, durante il Congresso del Popolo) che evita addirittura di fissare un target di crescita, piuttosto entra nel dettaglio di tanti di questi provvedimenti che si intendono adottare in favore delle fasce più deboli. La crescita delle differenze all’interno della società cinese è percepito come un ostacolo all'avanzamento del benessere generale. Non è poco, i tempi della crescita a doppia cifra non torneranno più e ora bisogna prendere atto che la Cina è nel mondo e che questa interazione non porta soltanto miglioramenti, ma anche fenomeni da gestire.
È chiaro più che mai che la crescita deve essere moderata nonché equilibrata – spiega un documento del Comitato centrale del partito comunista che offre una lettura del Piano quinquennale – quindi la Cina sosterrà chi vive in ecosistemi fragili, attuerà politiche di assicurazione di base per coloro che hanno perso la capacità di lavoro e per offrire aiuti medici anche a chi si è impoverito a causa delle malattie.
Gli sforzi dovrebbero essere fatti per espandere la copertura di infrastrutture nelle zone povere, e risolvere i problemi di strade, acqua, elettricità e mancanza di collegamenti Internet; nei casi in cui lo sfruttamento dell'acqua, dell'elettricità, e le risorse minerali hanno portato all'occupazione di terre collettive nelle zone povere, ci sarà un approccio sperimentale per compensare la perdita di queste fonti di reddito.
C'è anche un incentivo costante nelle pagine del Piano a migliorare la qualità dell'istruzione elementare e il livello dei servizi dei medici di base, a promuovere l'erogazione di servizi pubblici di base nelle zone più povere; il che implica il miglioramento del meccanismo di lavoro generale in cui il Governo coordina il lavoro e i Governi provinciali e le città e le contee attuano le politiche.
Soprattutto, emerge la necessità di stabilire un sistema di sicurezza sociale più equo e sostenibile. La Cina, per la prima volta lo dice a chiare lettere, intende attuare i piani di assicurazione nazionali, coprire tutte le persone così come previsto dalla legge; rispettare l'equilibrio attuariale, migliorare i meccanismi di finanziamento, e distinguere la responsabilità governative, imprese e singoli individui; abbassare le tasse sull'assicurazione sociale; migliorare il sistema di sicurezza sociale in genere. Anche la sanità viene avvertita come una spina nel fianco, se certe storture come i prezzi dei farmaci stanno per essere modificate, la condzione delle strutture e dei servizi non è ancora, in generale, degna di un Paese che si fregia della qualifica di seconda potenza mondiale.
Nel mirino anche il sistema pensionistico. La Cina migliorerà il sistema dei conti individuali e finalmente lo si dice, chi più guadagna più deve pagare. Non è tutto qui. Ci sono riforme come quella finanziaria, mentre anche il ruolo della legge e quindi l'effettività delle prescrizioni dovranno procedere nella maniera migliore.