il manifesto 13.11.15
L’atlante di «Più libri più liberi»
Dal 4 all'8 dicembre torna la Fiera della piccola e media editoria a Roma, giunta alla sua quattordicesima edizione
di Arianna Di Genova
I numeri della piccola e media editoria in Italia invitano a una lettura ambivalente: se è vero che le case editrici che presentano all’anno pochissimi titoli — da uno a nove — possono registrare un 2% di incremento, è anche vero che il 2014 segna un inquietante –5,2%, una contrazione consistente per chi pubblica un numero elevato di libri (fino a cento titoli). Non è una novità. Le vendite, però, pur restando attestate su un segno negativo (meno 2,8%) indicano una risalita rispetto le perdite più cospicue degli anni scorsi. E una crescita costante delle produzioni digitali (gli ebook).
È in questa cornice dalle prospettive aperte che si aprirà il 4 dicembre prossimo, a Roma, la Fiera Più Libri più Liberi, giunta alla sua 14/ma apparizione e diventata ormai un appuntamento consueto per i lettori ad alto tasso di consapevolezza: tra gli stand della piccola e media editoria si può sempre trovare qualcosa che scarta dal solito best-seller o dall’autore classico (riconosciuto dal mercato e dalla critica), per avventurarsi in luoghi meno battuti, del mondo e della letteratura stessa. Quest’anno, la kermesse s’ispira infatti al concetto di atlante e va a ridisegnare una mappa geografica e narrativa con la collaborazione di alcuni autori stranieri, chiamati a un incontro con il pubblico romano. Ci sarà — per l’Orma editrice — la francese Annie Ernaux: con il romanzo Gli anni (Il posto era il suo precedente) fa scorrere la storia di un’epoca, dalla Liberazione dell’Algeria all’undici settembre, tanto che la definizione dell’autrice per il suo libro è «autobiografia impersonale», una polifonia esistenziale che tocca più generazioni.
Ma è l’America Latina il vero cuore della Fiera quest’anno, grazie all’apporto di alcuni scrittori e scrittrici di sicuro interesse. C’è Marcelo Figueras, argentino, con il suo Aquarium (L’Asino d’Oro), storia nata dalla sua esperienza di inviato di guerra durante la seconda Intifada, in Palestina e Israele. Dal Cile arriva Alejandro Zambra, con la sua antologia di undici racconti I miei documenti (Sellerio): in una scrittura che procede per via di sottrazione si accumulano memorie, vicende collettive e personali, crudeltà famigliari e orrori della dittatura, il tutto non senza punte di ironia. Per il Messico troviamo Valeria Luiselli (Volti nella folla, La Nuova Frontiera). Nel suo ultimo romanzo, racconta la ricerca ossessiva delle tracce lasciate da un poeta del passato, vissuto vicino alla sua casa. Per l’evento speciale organizzato dall’Istituto Latino Americano, il 6 e 7 si potranno incontrare il cubano Abel Prieto e il messicano di Acapulco Julián Herbert: poeta, saggista e romanziere, con Ballata per mia madre, uscito per Gran Vía, ha seguito i passi di una outsider, dedita alla prostituzione, che ha viaggiato per il suo paese con i figli.
A comporre un ulteriore tassello di quell’atlante della letteratura mondiale, ci sarà poi Alain Mabanckou, scrittore congolese di noir originali, qui alle prese con African Psycho (per 66thand2nd). Mentre per gli italiani, sbarcheranno Giorgio Agamben (Pulcinella pe li ragazzi, edizioni Nottetempo), Marco Balzano (L’ultimo arrivato, Sellerio), Erica Babiani (Salone per signora, Elliot), Massimo Carlotto che celebra il ventennale dell’Alligatore e presenta la nuova collana per e/o «Sabot/Age».