Corriere 3.11.15
I diritti e gli ideali: viaggio tra le Costituzioni italiane Stili e storie Lo Statuto Albertino, la carta della Repubblica di Salò. E quella del Carnaro redatta da d’Annunzio
di Giuseppe Guastella
Quelle che non sono mai entrate in vigore restano un monumento alle libertà, alcune sono state delle meteore dalla vita brevissima e solo due hanno inciso profondamente sulla storia del Paese: sono le Costituzioni italiane, da quella di Bologna del 1796 alla Carta del 1948 frutto del lavoro dei padri della Repubblica italiana, raccolte per la prima volta in un testo organico pubblicato da Textus Edizioni.
«Un viaggio a ritroso nella storia delle Costituzioni italiane» in cui si «percepisce il soffio dell’intera cultura europea» e il mutare del clima nella Penisola, scrive nella prefazione il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, secondo il quale il risultato della raccolta Le costituzioni italiane 1796-1948 non è solo fare «memoria», ma «aiutarci a capire, tramite i tornanti a volte tumultuosi della storia costituzionale italiana, quanto lontano può arrivare un Paese dotato di radici culturali tanto profonde e preziose».
Ma bisogna fare attenzione, scrive nella presentazione il ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi, reduce dalla battaglia per la riforma della Costituzione, perché «troppo spesso, nel nostro Paese, c’è la tendenza a utilizzare la storia non per cercare di conoscere il passato e di comprendere meglio la natura del percorso che ci ha condotti fin qui, ma per giustificare il presente, avallare questa o quella posizione per provare a corroborare una tesi a scapito dell’altra». Un presente che «sembra farsi eterno, nel senso che sempre più pare contare sull’immediato, solo l’obiettivo del momento, il risultato da raggiungere senza curarsi troppo né di quel che c’è alla proprie spalle, né degli impegni che si hanno davanti».
La «materia costituzionale», però, non deve essere trattata «come strumento di bassa politica», aveva ammonito il presidente del Senato Pietro Grasso durante la presentazione del volume curato da Enzo Fimiani e Massimo Togna, invitando i partiti ad «anteporre l’interesse generale a quelli particolari e personali» perché le regole «non servono a garantire qualcuno oggi ma a proteggere tutti dagli abusi che potrebbero venire domani».
La Costituzione ha bisogno di «interventi sull’architettura istituzionale» per «rafforzare l’efficienza dei processi decisionali e di attuazione delle politiche pubbliche», sottolinea ancora il ministro Boschi secondo la quale bisogna «semplificare e impostare in modo nuovo i rapporti tra i diversi livelli di governo».
Si va da carte dei diritti e dei doveri appena abbozzate, rudimentali nell’enunciazione dei principi, a Costituzioni articolate quali lo Statuto Albertino, rimasto in vigore per un secolo, e la Costituzione repubblicana, che in quasi 70 anni ha subito modifiche anche profonde, come quelle appena varate dal Senato.
Non mancano le curiosità. La raccolta, ad esempio, comprende anche due edizioni della Carta del Carnaro del 1920 redatta da Gabriele d’Annunzio in occasione della liberazione di Fiume, oppure la Costituzione della Repubblica sociale italiana, quella di Salò, con le correzioni apportate da Benito Mussolini.