venerdì 27 novembre 2015

Corriere 27.11.15
Nuovo caso primarie. E Renzi prepara il rimpasto al partito
di Monica Guerzoni


ROMA Renzi si è convinto che al Nazareno servono rinforzi e lavora a un rimpasto in segreteria, di pari passo con il rimpasto di governo. Guerini e Serracchiani resteranno ai loro posti, perché il leader — in barba alla battuta perfida di Bassolino, «due vicesegretari non fanno un segretario» — ha ancora fiducia nei suoi numeri due. Ma a dicembre la squadra del leader sarà rivoluzionata.
L’imminenza del valzer di seggiole spiega l’agitazione dei dem anche nelle file della maggioranza, un tempo compatte come falangi. Il caos scoppiato a Napoli sulla partecipazione di Ncd alle primarie di coalizione (poi frenata) e la fumata nera sulla Consulta, mercoledì in aula alla Camera, hanno inacidito gli umori. La minoranza ha letto nelle mosse di Renzi la prova generale del partito della nazione. Ma la novità politica è l’inquietudine dei renziani. Ieri Marina Sereni, area Franceschini, ha fatto il giro del Transatlantico per giurare ai colleghi che la sua intervista a Repubblica «non era autorizzata», ma le parole della vicepresidente della Camera aleggiano a Montecitorio: «Il vero problema di Renzi è il Pd. Un partito immobile. Diviso ancora in correnti...».
Le correnti, appunto. Renzi le ha bandite, ma il congresso si avvicina e i parlamentari, in ansia per la ricandidatura, si guardano attorno. C’è chi cerca casa, chi cerca proseliti e chi si mette in proprio. Stoppata la corrente dei cattolici diversamente renziani, Matteo Richetti si sta ritagliando un ruolo da leader dei nostalgici della prima Leopolda: «La rottamazione è fallita». Il gelo tra Renzi e Delrio non fa più notizia, ma a molti non è sfuggito l’intervento del ministro al seminario di Cuperlo sul Papa. Riecheggiando Bersani, Delrio avrebbe osservato come «Francesco riesce a mettersi in sintonia con la gente, mentre il Pd non lo sa più fare». La corrente di Franceschini e Fassino è sciolta, eppure il profilo Twitter di Areadem è vivo e vegeto: 10.900 cinguettii. Ed è di ieri la notizia che la Boschi ha convinto tre socialisti (Di Lello, Di Gioia e Lauricella) a entrare in maggioranza. «Se siamo boschiani? Beh, la battuta l’abbiamo fatta — ammette Marco Di Lello —. C’è un pezzo di Pd che fa più riferimento alla Boschi e uno che fa più riferimento a Lotti». Boschiani e lottiani, ecco le nuove aree di attrazione. E i sospetti, a sinistra, si addensano anche sul capogruppo Rosato: «Parla da capocorrente».
La moratoria delle polemiche tiene, ma la tensione resta alta. «Basta con il doppiopesismo e le primarie taroccate — avverte la vicepresidente, Sandra Zampa —. Al Pd serve un bagno di umiltà». Ileana Argentin mette il dito nella piaga del doppio incarico: «Renzi è un ottimo premier e un pessimo segretario». Ed Enzo Lattuca: «Serve qualcuno che si occupi a tempo pieno del Pd». A Roma è il panico, per il flop del tesseramento e per i movimenti a sinistra. Oggi Fassina lancia la sua candidatura e domani sarà alla convention di Rutelli, il cui attivismo sta dando parecchia noia al Nazareno. «Renzi fa la Leopolda? E io faccio la Francesca» ha scherzato l’ex sindaco con gli amici, convinti che stia preparando una lista in appoggio a Marchini. A Milano si aspetta che Sala sciolga la riserva. A Napoli si cerca un quarantenne capace di stoppare Bassolino e si mette nel conto anche la sconfitta.
Nella riunione al Nazareno con i segretari locali, Roma e Milano si sono espresse contro il rinvio delle primarie. «Ma no, è tutto tranquillo» assicura Guerini e lascia intendere che il nodo del doppio incarico si scioglierà solo al congresso: «Scindere il partito dal governo è sbagliato. Abbiamo costruito il Pd per cogliere la sfida del governo, sarebbe un errore riportare indietro le lancette».