domenica 22 novembre 2015

Corriere 22.11.15
Le nove regole della convivenza secondo l’imam (che cita il Corano)
di Giulio Gori


FIRENZE Un manifesto per dire no al terrorismo e per affermare i principi della convivenza. Partendo dalle sure del Corano. È l’imam di Firenze e presidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane, Izzedin Elzir, ad aver diffuso un testo in nove punti per spiegare che l’Islam è contrario «alla violenza, al fanatismo e al terrorismo» e si fa fautore della «sacralità della vita». L’occasione è stata la preghiera di venerdì, la prima dopo le stragi di Parigi. Elzir non solo ha fatto leggere il proprio sermone nella sala di preghiera fiorentina di piazza dei Ciompi, ma lo ha anche inviato a tutti gli imam dell’Ucoii, perché lo recitassero nelle proprie moschee.
Un testo che rappresenta un punto fermo per prendere le distanze dalla violenza dell’Isis, ma anche per mettere chiarezza tra i fedeli delle comunità italiane, perché «tutte le esplosioni che hanno falciato vite e fatto versare sangue sacro innocente, sono condannate e rifiutate dall’Islam». Insomma, Maometto è contro i terroristi e i terroristi sono fuori dall’Islam autentico. «La corruzione sulla Terra e l’uccisione vanno in contrasto con la grande missione musulmana», dice l’imam di Firenze.
I nove punti spiegano che l’umanità ha «una medesima unica origine», affermano il primato «della dignità umana e dei diritti dell’uomo», la «giustizia» come condanna della «prevaricazione», il «rispetto delle consuetudini della gente», «il principio della moderazione, della convivenza pacifica e del dialogo delle civiltà», «il rispetto delle leggi» del Paese in cui il musulmano vive e la «collaborazione per realizzare una cittadinanza sana». Inoltre, il fedele deve «operare per la riconciliazione e la pace sociale» e deve rifiutare violenza e fanatismo.
L’aspetto innovativo del discorso scritto da Elzir è che i concetti sono accompagnati da riferimenti alle sure del Corano. Un modo per affermare una visione comune dei precetti musulmani, in una religione che non ha un clero e che storicamente lascia margine alla libera interpretazione del testo sacro. L’imam fiorentino dice di no a letture alternative (e violente) del Corano: «Sia che un’azione venga fatta da dei tiranni oppressori che non rispettano la dignità umana, oppure a nome di un sedicente califfato falso, o derivi da una fonte che pubblica idee fanatiche deviate, razziste o settarie, o da parte di invasori occupanti di qualsiasi religione essi siano, in qualsiasi territorio, qualsiasi azione volta a terrorizzare le persone, uccidere degli innocenti, qualsiasi azione di questo tipo è fuori da ogni logica di Verità, di Misericordia e di Giustizia, ed è in contrasto palese con tutte le Leggi rivelate da Dio e aumenta l’odio tra le persone».
Ieri, alla manifestazione romana di piazza dei Santi Apostoli anche molti imam che non fanno riferimento all’Ucoii hanno affermato di sottoscrivere in pieno l’interpretazione proposta da Izzedin Elzir. Che ora potrebbe diventare il nuovo manifesto programmatico dell’Islam italiano. «Dobbiamo combattere l’uso sbagliato del Corano — spiega l’imam milanese Yahya Sergio Yahe Pallavicini —, Elzir ha indicato la strada da seguire».