Corriere 18.11.15
I timori nel Pd sul ballottaggio ai 5 Stelle
Il pentastellato Sorial: il partito del premier modificherà la legge elettorale per paura
Speranza: possibile sconfitta al secondo turno? Se si asfalta tutto quello che ci sta attorno si rimane soli
Fassina: il Movimento eredita loro elettori
Ma il capogruppo Rosato: nessuna paura, l’Italicum non cambia
di Alessandro Trocino
ROMA Il Movimento 5 Stelle che cresce, con buone possibilità di sconfiggere il Pd al ballottaggio. Una sinistra che rosicchia voti ai dem. E i leghisti che sono in ottima salute ma stentano a sfondare nell’elettorato moderato. Il sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera fotografa una situazione in movimento, con la recente nascita della Sinistra italiana e la reunion del centrodestra. Ma offre più di un motivo di riflessione soprattutto al Pd.
A cominciare da un numero che può sembrare marginale ma che invece fa la differenza: nel caso di ballottaggio con M5S, il 30 per cento degli elettori della sinistra farebbe confluire i suoi consensi nel Movimento di Grillo. E se si considera che, nel sondaggio, il M5S vincerebbe con il 50,8 per cento, è chiaro che il problema politico c’è tutto.
Come spiega Roberto Speranza, esponente della sinistra del Pd, che ha scelto di restare nel partito, che preliminarmente sottolinea come, «dopo i fatti di Parigi, questo non sia certo il momento di fare polemica: siamo tutti uniti con il nostro segretario e premier».
Quanto alla valutazione dei dati di Nando Pagnoncelli, ecco la sua posizione: «È chiaro che non si può decidere una linea politica in base ai sondaggi, ma è altrettanto chiaro che l’idea di asfaltare tutto quello che ci sta attorno, rischia di farci trovare soli. Se tutto quello che è fuori da te è percepito come un nemico, allora è evidente che ai ballottaggi non vai da nessuna parte». Esemplare, per Speranza, quel che è successo alle ultime amministrative: «Il nostro candidato sindaco ha ottenuto al ballottaggio risultati uguali, se non inferiori, rispetto al primo turno. Il che vuol dire che il Pd non ha capacità espansiva». Da qui, per Speranza, la necessità di politiche «che portino alla ricostruzione del centrosinistra. Superando il partito nazione: anche perché, dai dati, si vede chiaramente che il centrodestra, quando va al voto, vota solo centrodestra».
Per nulla preoccupato si dice invece il capogruppo alla Camera Ettore Rosato: «La corsa è lunga, manca molto tempo alle urne e certo non ci spaventiamo per un sondaggio. Non abbiamo paura dei 5 Stelle».
Fa male, per Stefano Fassina, uscito di recente dal Pd e che ha già detto che potrebbe votare un sindaco a 5 Stelle a Roma: «Il Pd si è spostato verso gli interessi forti e quindi ha perso elettori. Non mi stupisce questo sondaggio: è inevitabile che i 5 Stelle raccolgano l’eredita del Pd, che non ha più la rappresentanza del mondo del lavoro e della scuola».
Il capogruppo alla Camera M5S, Giorgio Sorial, però, ha un sospetto: «Il partito di Renzi vuole cambiare quella porcata di legge elettorale, perché ha paura dei ballottaggi». Da tempo che si discute sulla possibilità di trasformare il secondo turno di lista previsto dall’Italicum in un turno di coalizione. Il che dovrebbe non giovare ai 5 Stelle, che hanno sempre rifiutato la logica delle alleanze.
Ma Rosato nega: «Non abbiamo alcuna intenzione di cambiare la legge elettorale». Per il capogruppo pd, ora però, le cose cambiano: «Parigi cambierà inevitabilmente l’agenda politica». E così, se in calendario ci sono la legge di stabilità e le riforme, già da oggi ci sarà un primo segnale del tema che diventerà centrale: la sicurezza del Paese e il suo atteggiamento nei confronti della politica estera e dell’immigrazione. Si darà il via libera al prolungamento del decreto delle missioni e non è escluso che possa esserci qualche novità».