martedì 17 novembre 2015

Corriere 17.11.15
Nuzzi non si fa interrogare «In Vaticano poche tutele. Lì chi fa cronaca è punibile»
di Fabrizio Caccia


ROMA Alle 14.51 di ieri, Gianluigi Nuzzi ha mandato via email la sua risposta definitiva al Comando della Gendarmeria: «Domani non mi presento». In Vaticano era atteso per oggi alle 10.30 davanti al Promotore di Giustizia, il pm del Papa che indaga sulla sottrazione di documenti riservati, finiti poi nel suo libro «Via Crucis». «Mi dichiareranno contumace? Latitante? Pazienza — dice lui con ironia —. Ho deciso che non mi presenterò perché per loro chi fa cronaca è punibile». Il giornalista, volto noto televisivo (conduce «Quarto Grado» su Rete4), non nasconde neppure — sebbene non lo confessi apertamente — che abbia pesato sulla sua decisione il timore di finire arrestato. Dal pm pontificio era stato convocato venerdì scorso come indagato nel procedimento che coinvolge monsignor Vallejo Balda (tuttora recluso Oltretevere) e l’ex consulente della Santa Sede Francesca Chaouqui, i presunti «corvi» di Vatileaks 2, sospettati entrambi di avergli passato i documenti riservati sui bilanci del Vaticano («La Chaouqui non l’ho più sentita», taglia corto l’autore).
«Non mi presenterò — continua — perché in Vaticano non è prevista la non punibilità che deriva dall’esercizio di un diritto, come invece in Italia. E non esiste neppure, nel codice di procedura penale vaticano, che è fermo al 1913, una norma che tuteli le fonti. La divulgazione di notizie segrete, per loro, è sempre e comunque un reato. Non essendoci reciprocità tra gli ordinamenti, manca dunque quella tutela necessaria che le nostre leggi garantiscono al giornalista...». Ed ecco il timore a cui si accennava prima: «Non mi presento — conclude lo scrittore — in uno Stato dove negli ultimi anni il 75 per cento delle persone detenute è stata tratta in arresto per aver passato delle notizie a giornalisti. Se il Vaticano deciderà di sentirmi per rogatoria davanti all’autorità giudiziaria italiana, allora è probabile che mi farò interrogare. Certo, però, trovo curioso che la Santa Sede intenda investigare su chi racconta le malefatte e non piuttosto su chi le commette. Preferisce cioè non indagare su chi gode nel suo territorio di privilegi illegittimi, come ho scritto nel libro, su chi ruba nei magazzini, su chi concede case a canone zero, su chi si appropria di somme per le cause dei Santi...».
Così ieri Nuzzi su Facebook ha anche lanciato l’hashtag #NoInquisizione! subito accolto da quasi 2 mila «Mi piace».