venerdì 13 novembre 2015

Corriere 13.11.15
Tutte le spese dell’ex abate In profumeria 1.100 euro
Cene e hotel di lusso, la vita di monsignor Vittorelli grazie all’8 per mille
di Fiorenza Sarzanini


ROMA Vivere nel lusso senza mai badare a spese. Pagare anche 600 euro per una cena, 1.100 euro in profumeria, 7.000 euro per un soggiorno in uno degli hotel più prestigiosi di Londra. Ma soprattutto poter passare da un aereo all’altro, da uno Stato all’altro, trasferirsi dall’Europa ai luoghi esotici del Brasile, con la consapevolezza di avere fondi illimitati a disposizione. Perché a sostenere i costi era la Santa Sede grazie alle provviste accumulate con la donazione dell’8 per mille. E questo consentiva di poter esaudire qualsiasi desiderio, come la vacanza saldata il 3 agosto 2013 all’Hotel Fasano di Rio de Janeiro: 23.090 euro.
Era una vita da sogno quella dell’ex abate di Monte Cassino e vescovo della diocesi Pietro Vittorelli, finito sotto inchiesta per essersi appropriato di 500mila euro depositati sui conti intestati all’abbazia e aperti presso lo Ior. Perché con l’aiuto del fratello Massimo — ora indagato per riciclaggio — il prelato era riuscito ad occultare i soldi sui propri conti e negli ultimi anni li aveva utilizzati solo a fini personali. E questo anche dopo essere stato scoperto e aver deciso di usufruire della «esclaustrazione» la «possibilità concessa a un religioso di vivere fuori dalla comunità per qualche tempo, deponendo l’abito religioso ma continuando a osservare i voti». Del resto erano state le banche a segnalare le operazioni sospette e il Nucleo Valutario della Guardia di Finanza guidato dal generale Giuseppe Bottillo ha ricostruito ogni «uscita».
Il 2013 è un anno certamente ricco di impegni. Dopo aver trascorso l’estate in sudamerica Vittorelli rientra in Italia ma continua a viaggiare. Il 14 ottobre è all’Hotel Principe di Savoia a Milano e paga 2.086 euro. A novembre va invece a Vicenza, si dedica allo shopping. Spende 1.490 euro presso la pellicceria di Bottega Veneta. Già l’anno precedente aveva voluto ritagliarsi vacanze da sogno. E così, per un soggiorno nel resort termale di San Casciano ai bagni, in Toscana, aveva speso 3.500 euro. A febbraio, per quattro giorni, era stato al Corinthia di Londra pagando un conto da oltre 5.000 euro. Ma evidentemente non basta, perché il giorno dopo è a St. Moritz.
Ama gli alberghi sfarzosi il prelato, ma anche i capi costosi. E così il 17 aprile 2012 compra vestiti da Ferragamo a Milano per 415 euro e poco dopo entra da Prada dove acquista capi per 1.390 euro. Anche il cibo deve essere una delle sue passioni. L’elenco dei conti dei ristoranti fa impressione: 3 aprile 2014, ristorante Piccolo lago di Verbania, 614 euro; 25 aprile 2014, Sushi Samba di Londra, 690 euro; 23 luglio 2014, ristorante Antico Arco di Roma, 421 euro; 4 febbraio 2013, ristorante San Lorenzo di Roma 800 euro; 27 maggio 2013, ristorante Mirabelle di Roma, 1.279 euro. Il 28 ottobre 2014 entra da Gucci a Roma e spende 1.090 euro, il 6 febbraio dell’anno precedente in una salumeria della capitale era riuscito a comprare cibo per 800 euro. Gli investigatori del Valutario stanno adesso controllando le spese degli ultimi cinque anni per scoprire se altri — oltre al fratello — possano aver aiutato l’ex vescovo ad occultare altri soldi. Anche tenendo conto che centinaia di euro sono stati spesi per collegarsi a siti internet specializzati in incontri. Del resto il fatto che in vacanza non andasse da solo è accertato dall’identità degli intestatari dei biglietti aerei addebitati sui conti correnti aperti presso svariati istituti di credito.
L’indagine avviata dalla procura di Roma, che ha già chiesto e ottenuto un sequestro di beni per 500.000 euro, dovrà invece stabilire eventuali altre complicità. Per scoprire se qualcuno tra i superiori dell’ex vescovo si fosse accorto degli ammanchi, ma abbia «coperto» le ruberie andate avanti per diversi anni. Su questo si è attivata anche la Santa Sede nell’ambito degli accertamenti sull’utilizzo dei conti dello Ior.