giovedì 12 novembre 2015

Corriere 12.11.15
Renzi: i partitini di sinistra non vinceranno
E Fassina avverte su Milano: «Se corre Sala noi restiamo fuori»
di Marco Galluzzo


ROMA «La mia generazione è cresciuta all’insegna del precariato. Doveva essere flessibilità, spesso era solo precariato, talvolta al limite dello sfruttamento. Credo che essere di sinistra non sia fare i convegni o organizzare piccoli partiti che non vinceranno mai».
Nella sua e-news, ormai consolidato mezzo di comunicazione, a cadenza quasi settimanale, Matteo Renzi torna a criticare la nascita di Sinistra italiana, il movimento fondato da Stefano Fassina e da altri ex esponenti del partito democratico. «Essere di sinistra — aggiunge il premier — e ancora prima essere per la giustizia sociale e per l’uguaglianza, significa lottare contro il precariato. Negli ultimi vent’anni solo due leggi hanno ridotto il precariato: il Jobs act e la Buona Scuola».
Proprio ieri Stefano Fassina ha annunciato che se il candidato per la carica di sindaco di Milano sarà l’ex commissario Expo, Giuseppe Sala, il suo movimento non parteciperà alle primarie: «L’esperienza di Pisapia, per la pluralità delle culture politiche che contiene, non può essere portata avanti da Sala», ha detto l’ex viceministro dell’Economia.
Dichiarazioni criticate al Pd, ma sostanzialmente ignorate da Renzi, che ieri, prima di volare a Malta per partecipare al vertice sull’immigrazione fra Ue e Paesi africani, ha anche commentato l’assunzione in corso di migliaia di insegnanti: «Altri cinquantamila insegnanti italiani, costretti per anni a un precariato umiliante e disorganizzato — ha sottolineato il capo del governo — hanno ricevuto la proposta di assunzione a tempo indeterminato. Un altro impegno mantenuto». Renzi ha quindi pubblicato una lettera scritta agli insegnanti neoassunti.
Nella missiva il premier ha scritto: «Vorrei essere chiaro: abbiamo solo fatto il nostro dovere, niente di più. Lo Stato infatti aveva formato Lei e i suoi colleghi per diventare professori. Vi aveva attribuito il diritto di diventarlo. E poi vi ha lasciato per anni nel limbo. Non abbiamo fatto niente di speciale. Ma ci abbiamo messo passione, impegno, determinazione. Senza la Buona Scuola gli insegnanti sarebbero restati per anni precari, ostaggi di convocazioni, graduatorie, punti da conquistare con discutibili procedure. Ci siamo presi critiche, insulti, offese, ma adesso ci siamo... È finalmente “entrato di ruolo”. Auguri!». Renzi ha anche pubblicato le statistiche di alcune Regioni per dimostrare che nessun professore, o comunque una fetta minima, ha trovato una cattedra lontano da casa: «Nessuno è stato deportato, termine infame, fra le tante critiche ricevute».
Secondo un sondaggio elaborato per il governo il Pd sarebbe stabile al 34,3, mentre in M5S sarebbe al 25,5, in calo rispetto alle precedenti rilevazioni.
Ieri è stata pubblicata un’intervista rilasciata da Renzi al giornale tedesco Die Welt . Sull’ex Cavaliere: «Berlusconi è il passato, io mi occupo del futuro». Sullo stato del Paese: «La realtà è più forte delle ideologie. L’Italia è ripartita e tutti i dati lo dimostrano, ultimo in ordine di tempo il più 1,7% annuale sulla produzione industriale. Due anni fa l’Italia era ferma e come svenuta. Erano gli italiani, non io, ad averne abbastanza. Volevano un altro passo. Mi sono presentato con l’intenzione non di finire come la Grecia ma di fare meglio della Germania. Ora l’Italia è sulla giusta strada».