martedì 10 novembre 2015

Corriere 10.9.15
Scontro sul tetto da 3 mila euro ai contanti
La minoranza dem è pronta a votare no
L’asse con Sel e M5S
E Renzi avverte: fallito il tentativo della doppia spallata destra-sinistra
di Dino Martirano


ROMA Domani, al massimo giovedì, in commissione Bilancio al Senato inizia la maratona dei voti sugli emendamenti alla legge di Stabilità (sono 3.563), con la possibilità che si crei un asse Sel-M5S-minoranza Pd sull’uso del contante che il governo intende portare da mille a 3 mila euro. Ma anche davanti al passaggio insidioso della Finanziaria il premier Matteo Renzi, in visita di Stato a Riad, non sembra preoccupato: «Il tentativo da destra e da sinistra di dare una spallata al governo è fallito. Salvini con la proposta di bloccare il Paese, parte della sinistra con la bocciatura delle riforme. Ma il Paese è ripartito, la doppia spallata non ha funzionato. Puntiamo al 2018, lavoriamo per l’Italia».
Sul limite per l’uso del contante, alzato da mille a 3 mila euro dalla Stabilità, il governo non rischia perché l’asse Sel-M5S-minoranza Pd verrebbe compensato da FI e Lega le cui proposte emendative vanno ben oltre il tetto dei 3 mila euro. La minoranza Pd chiede anche di reintrodurre l’Imu sulla prima casa con una maxidetrazione di 400 euro. Le cifre vanno sull’altalena con gli emendamenti presentati da tutti i partiti alla legge di Stabilità. Sel, grillini, minoranza Pd e Idv fanno asse per rimanere sotto la soglia dei 999 euro introdotta da Monti ma il governo naviga in acque sicure perché a sostenere la linea Alfano dei 3 mila euro — che ha vinto in Consiglio dei ministri — ci sono anche FI e la Lega. Dal centrodestra, infatti, arriva la proposta di consentire l’uso del contante per i pagamenti fino a 6 mila euro (emendamento Romani, Bernini, D’Alì, Pelino) o addirittura di arrivare a un tetto di 12.500 euro (emendamento del Carroccio). Più vicini alla proposta del governo i Conservatori riformisti (i fittiani) che si «accontentano» di 5 mila euro da portare nel portafoglio. Nel 1991 fu introdotto il primo limite per i pagamenti in contante: 20 milioni di lire. Nel 2007, il governo Prodi abbassò il tetto (da 12.500 a 5 mila euro), ma l’anno successivo Berlusconi, arrivato a Palazzo Chigi, lo riportò a 12.550 per poi riabbassarlo a 5 mila e, successivamente, a 2.500 euro. Oggi il governo Renzi vuole ritoccare verso l’alto il limite di 999 euro introdotto dal governo Monti. E ora, nonostante la contrarietà dichiarata dal ministro Dario Franceschini e dal presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, il governo non intende fare passi indietro davanti all’ondata di emendamenti presentati in commissione: «Terremo conto delle indicazioni sui money transfer (le agenzie per il trasferimento del denaro all’estero, ndr )», dice il viceministro all’Economia, Enrico Morando, riferendosi all’allarme lanciato dal vicedirettore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, per il quale «sembra consigliabile mantenere un regime più severo per le attività più esposte a contaminazione quali i money transfer ». Nell’articolo 46 della legge di Stabilità, quello dei 3 mila euro, c’è poi una norma che interessa i proprietari di casa e gli inquilini: il Pd si rimangia una sua proposta del 2014 e ora cancella il divieto di pagare con il contante i canoni di locazione reintroducendo, per qualsiasi cifra, il passaggio di banconote a fine mese. Lo stesso vale per la tracciabilità dei pagamenti nel settore dell’autotrasporto. Spiega Federico Fornaro, minoranza Pd: «Almeno su affitti e autotrasporto speriamo che il governo cambi idea...».