martedì 10 novembre 2015

Corriere 10.11.15
I sondaggi
Quel gruzzoletto a sinistra e la destra ricompattata
Così cambia lo scenario
Tra i temi chiave l’osmosi di consensi tra dem e Cinque Stelle
di Alessandro Trocino


ROMA Spiega Nicola Piepoli, un po’ scherzando e un po’ no, che sta studiando «un sistema stocastico (aleatorio, ndr ) che entro 50 anni ci dirà esattamente come andranno le elezioni: e allora non serviranno neanche più le urne». Nel frattempo, però, bisogna accontentarsi dei sondaggi, strumenti utili ma sempre fallibili, e dell’analisi degli scenari politici. Mai come in questi giorni si registra un forte movimentismo a destra e a sinistra, per prepararsi a fronteggiare i due punti fermi del quadro politico nazionale, il Pd renziano e il Movimento 5 Stelle. Alle Politiche ma anche alle più vicine Amministrative. Con due novità: a Bologna è ricomparso il centrodestra, con nuovi leader e nuovi equilibri; dall’altra parte, ecco l’ennesimo tentativo di far rinascere un soggetto di sinistra. Il tutto, nel segno di un nemico comune: Matteo Renzi.
Che futuro ha questa sinistra? Per Alessandra Ghisleri, di Euromedia Research, «se davvero si presentassero unite, le formazioni alla sinistra di Renzi potrebbero attestarsi sul 7-8 per cento». Per Piepoli anche: «È la ventesima volta che vedo rinascere la sinistra, anche se questa volta pare un po’ meglio. Meritano considerazione, se non altro perché hanno rispettato il motto manzoniano di “In morte a Imbonati”: non ti far mai servo. Ma la sinistra più in là del 7 per cento di Rifondazione non è mai andata». Più che scettico Roberto Weber, presidente di Ixè: «Non mi sembrano granché nuovi. E sono molto eterogenei: che c’entra D’Attorre con Vendola? Tra l’altro, a differenza dei 5 Stelle, scontano la mancanza di un leader». Un effetto, però, potrebbe esserci, secondo Carlo Buttaroni di Tecnè: «La sinistra radicale potrebbe portar via qualche voto ai 5 Stelle, frenando la sua avanzata».
L’osmosi dei consensi tra 5 Stelle e Pd è uno dei temi in gioco. Così come la forza del Movimento di Grillo: «Mi sorprende non poco questa continua ascesa — dice Weber — e credo che continuerà. C’è un dato che fa riflettere: se non facessimo votare gli over 55, il M5S sarebbe il primo partito». E un altro dato curioso: «C’è un “vecchio”, Grillo, che guida un movimento giovane. E un giovane, Renzi, che guida un partito vecchio».
Per Piepoli, ai 5 Stelle serve un bagno di umiltà: «Dovrebbero andare a Rimini non a Canossa. E prendere spunto dal bicchiere ciellino con la scritta: “Dio c’è, ma stai tranquillo non sei tu”. Quando capiranno che non saranno mai i più forti, si alleeranno. E faranno come Andreotti che, sempre in minoranza, ha avuto sette governi».
E il Pd? «È l’unico — dice la Ghisleri — con un leader davvero in campo: Renzi. Che alle elezioni si potrà giocare l’abolizione della tassa sulla casa: la prima rata che non si pagherà sarà proprio a giugno». Non solo: potrebbe avvantaggiarsi del Giubileo, se riuscirà a eguagliare l’Expo: «Sta cambiando il clima. In pochi mesi, si è passati da un pessimismo del 68,5 per cento all’attuale 60,6. C’è un sentiment positivo». Concorda Piepoli: «Renzi è il signore della fortuna, sa coglierla nei momenti giusti. E sa che occorre rinviare il più possibile le elezioni, per avvantaggiarsene». Qualche dubbio ce l’ha invece Weber: «Credo che avrà qualche problema. Renzi è micidiale, ma si è spostato molto a destra. Il messaggio del Ponte di Messina è chiaro. Il fatto è che non so quanto altro voto moderato riuscirà a prendere. E le amministrative sono a rischio: Roma può impantanare».
Sulle amministrative punta il nuovo centrodestra. La piazza di Bologna che significa? «È stata importante — sostiene la Ghisleri — perché ha dato un segnale forte di unità». E il leader? «Conterà più avanti». Peraltro, dice Piepoli, «Berlusconi è sempre il leader: anzi, il metaleader. C’è anche se non c’è, come Napoleone». Il leader nuovo, forse, è Salvini. «Il baricentro — dice Buttaroni — si è spostato a destra. La crisi ha esasperato il clima e non c’è più la caccia all’elettore moderato di qualche anno fa». Weber avverte: «Il centrodestra europeo è a trazione moderata. L’estremismo non paga». Ma forse un po’ sì, a sentire Buttaroni: «Dal bipolarismo esasperato, siamo passati al tripolarismo esasperato. E l’M5S è il più pericoloso per il Pd: in caso di ballottaggio, potrebbe ottenere anche molti voti dagli ex Pd e dalla Sinistra; voti che invece andrebbero al Pd, se al ballottaggio arrivasse il centrodestra».