Corriere 10.11.15
Palazzo Chigi vuole sfruttare la deriva degli avversari
Il partito della Nazione La sfida centrista del partito della Nazione favorita dal primato della Lega e dal distacco di pezzi di sinistra
di Massimo Franco
Sta nascendo il «partito della Nazione» di fatto. Senza dichiararlo, senza sancire la fine dei vecchi contenitori. Matteo Renzi si limita a sfruttare la deriva di destra e di sinistra dei suoi avversari per tentare di occupare il mitico centro dello schieramento: quello lasciato vuoto da tempo da Silvio Berlusconi; e offerto al suo Pd dalla subalternità di Forza Italia al primato leghista e dalla lenta emorragia di parlamentari, se non di elettori, dal Pd. Ma per riuscire, l’operazione ha bisogno anche di una maggiore consistenza dell’alleato centrista.
Il Ncd di Angelino Alfano tuttora è così gracile da non poter rappresentare una sponda solida, in grado di «coprire» una porzione del fronte moderato. E, sebbene gli equilibri di potere nel centrodestra non si siano ancora stabilizzati, perché il Carroccio dà per scontata la leadership di Matteo Salvini, FI no, quella nebulosa si sta ricompattando. E sfida il Pd, forse più sul piano sociale che elettorale: perché è un mondo che continua ad esistere non grazie al patto Salvini-Berlusconi-Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, ma «nonostante» loro. Il tentativo dei tre partiti è di trasformare il malessere di questa Italia in consensi.
Eppure, il primato imposto dalle truppe del Carroccio a Bologna consegna a Renzi un’opportunità. E, simmetricamente, l’embrione di alleanza tra parte della minoranza Pd, Sel e M5S a partire dal prossimo sindaco di Roma, configura un altro fronte nemico battibile, al di là delle intenzioni dei promotori. Toglie voti tradizionali, ma può aprire altre porte. La stessa candidatura di Giuseppe Sala, il regista dell’Expo, a sindaco di Milano, è figlia della scommessa «centrista». Renzi sembra passato dalla strategia dei due forni in Parlamento a quella opposta.
Con la prima era pronto ad allearsi con tutti pur di approvare le sue riforme. Ora, invece, opta per la «strategia dei due pozzi avvelenati»: il tentativo di additare destra e sinistra come avversari malati di estremismo e dunque non alternativi in maniera credibile. La tesi è che oggi il Pd è insostituibile. Lega-FI e sinistra proporrebbero ipotesi di governo tali da «avvelenare» l’Italia. È uno schema abbozzato ieri in modo implicito, sostenendo che «il tentativo da destra e da sinistra di dare una spallata al governo è fallito».
Il «blocco del Paese» sognato dalla Lega e la «bocciatura delle riforme» degli avversari dentro Pd e M5S si sono rivelati un’illusione, secondo Renzi. E il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, vede effetti benefici sugli investimenti esteri in Italia. Si continua a martellare su un Paese che riparte. L’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, parla di crescita oltre le previsioni nel 2016. Eppure, le previsioni sono altalenanti. L’aspetto più preoccupante è che la ripresa, se confermata, non porterà ad un vero rilancio dell’occupazione: soprattutto giovanile.