domenica 4 ottobre 2015

Repubblica 4.10.15
Speranza al premier “Rottamiamo Denis & company non la sinistra”
intervista di Giovanna Casadio


ROMA «Ma che fine ha fatto la rottamazione? È servita per fare fuori un pezzo della nostra sinistra e ci ritroviamo con Verdini e gli amici di Cosentino... ». Roberto Speranza, uno dei leader della sinistra dem, contesta spazio e peso dato dal Pd a Denis Verdini, l’ex coordinatore berlusconiano, ora renziano di complemento.
Speranza, lei parla di un flirt tra Renzi e Verdini. Non le piace?
«Non mi piace. Né penso che piaccia ai nostri elettori, militanti e iscritti. In giro per le feste dell’Unità ho visto che il rapporto con Verdini è vissuto con molta sofferenza Ma il punto politico è che l’obiettivo del Pd è ricostruire il centrosinistra ed essere quindi baricentro di questa alleanza per noi naturale. Nei ragionamenti e nelle parole di Verdini e company c’è l’idea che il Pd diventi il Partito della Nazione di Renzi in cui non hanno più senso i confini tra destra e sinistra e ci può stare dentro tutto e il contrario di tutto. Quindi mi preoccupa la prospettiva politica, perché il centrosinistra non si fa con Verdini e gli amici di Cosentino. Questi dichiarano di essere la gamba di una nuova alleanza di centro, Renzi cosa dice?».
I verdiniani al Senato sono nel mirino per le offese alle colleghe senatrici.
«Uno spettacolo indecoroso, il segno di un degrado dei comportamenti ».
Renzi però ha qualche ragione a dire che Verdini non è il mostro di Lochness, è già stato nella maggioranza con il governo Letta. Lei allora non si scandalizzava?
«Non credo che i nostri elettori siano contenti delle parole di Renzi in difesa di Verdini. Il Pd farebbe bene a tenersi ben distinto da questi personaggi che nulla hanno a che fare con la nostra storia e la nostra cultura politica. Un conto è stato dar vita a un governo di emergenza con tutta Fi, un altro è racimolare qualche voto di trasformisti ».
Però servono i voti dei verdiniani per avere la maggioranza al Senato?
«Non vedo problemi di numeri quando Pd e maggioranza sono uniti ».
Sull’articolo 2 del ddl Boschi il compromesso è stato raggiunto, va cambiata la norma transitoria?
«Per settimane ci era stato detto che l’articolo 2 non poteva riaprirsi e, che l’elettività dei senatori avrebbe significato ricominciare daccapo. Alla fine il muro è caduto e i senatori saranno scelti dai cittadini. I consigli regionali dovranno solo ratificare. A questo punto è naturale adeguare la norma transitoria».
Ci vogliono regole sui voti di fiducia nel Pd, come vuole Renzi?
«Serve prima di tutto la politica, non bastano regolamenti e minacce disciplinari. Occorre poi consultare di più la base. Mi chiedo cosa pensano gli iscritti di una Camera fatta ancora prevalentemente di nominati».
A quali altre battaglie si prepara la sinistra dem?
«Le scelte della legge di stabilità saranno rilevanti: se tagli i soldi alla sanità per non fare pagare la tassa sulla casa a un miliardario che ha l’attico in centro, per me c’è un problema politico. Poi ci sono le unioni civili: siamo in clamoroso ritardo. Il testo Cirinnà è un compromesso, io sono favorevole ai matrimoni egualitari, però è un passo avanti importante da approvare al più presto».