giovedì 29 ottobre 2015

Repubblica 29.10.15
L’amaca
di Michele Serra


SI CERCA di essere equanimi e saggi. Ma i fatti, poi, costringono a schierarsi. Domani vado a comperare almeno un paio di bistecche (bovino italiano certificato, esente da ormoni e antibiotici) e offro un caffè al mio amico macellaio. Poi compero anche un salamino buonissimo detto strolghino, anche lui col pedigree, e offro un secondo caffè al mio amico salumiere. Il tutto anche se di carne ne mangio poca, sempre di meno, e troppi caffè fanno male. Non sono onnivoro militante, sull’alimentazione cerco di comportarmi con empirica laicità, ma dopo avere letto che è in corso d’opera una vera e propria “psicosi di massa” che abbatte i consumi di carne, cerco di trarne le corrette conseguenze logiche.
La psicosi (chiedete al dottore!) è una malattia tanto quanto la gotta o il fegato ingrossato o il colesterolo alto. La psicosi fa male, altera la percezione delle cose, scassa la psiche. Di scienza si vive, ma di “allarmi” si muore, ne ammazza più l’ansia del colesterolo. Che ingozzarsi di wurstel facesse male lo si sapeva già da prima, così da quando sono bambino sento dire che fumare fa venire il cancro ai polmoni. Ma il panico salutista ha qualcosa di indecoroso e di puerile, e io sono adulto o almeno cerco di esserlo. Preferisco affrontare il rischio comprovato (e il conseguente disdoro sociale) di una fetta di salame, piuttosto che sentirmi vittima di un’ondata di terrore mediatico. Ognuno sceglie, potendo, di ammalarsi in maniera confacente ai suoi gusti.