giovedì 29 ottobre 2015

Repubblica 29.10.15
Milano, Roma, gli anticorpi
Che cosa c’è dietro il cambio di passo di Cantone
Le parole di Mister anti-corruzione rivelano uno spessore politico e non resteranno un grido nella notte
di Stefano Folli


Le parole a Milano di Raffaele Cantone, capo dell’autorità anti-corruzione, hanno rivelato uno spessore politico inconsueto per un funzionario, sia pure di alto livello. E infatti sorprende la scelta di marcare in forma così netta la separazione etica fra Milano e Roma: la prima “capitale morale d’Italia”, la seconda priva di quel “bagaglio di anti-corpi” indispensabile per opporsi all’infiltrazione del malaffare.
Qualcuno fa notare che le cronache recenti raccontano un’altra storia, fatta di arresti anche a Milano proprio nel settore cruciale della sanità. Ma il nocciolo della questione non è questo. Cantone ha voluto parlare all’opinione pubblica con un linguaggio semplificato, condensabile in un titolo di giornale. Nel momento in cui lo ha fatto, richiamandosi addirittura all’antico tema della superiorità morale del capoluogo lombardo, ha superato di slancio il suo ruolo e si è proiettato nel pieno del dibattito civile. Ha dato l’impressione di volersi porre come punto di riferimento degli italiani sconcertati dalla diffusione mafiosa. E in tal senso il suo messaggio ha assunto una coloritura politica. In altri termini, Cantone è entrato a piedi pari in un campo dominato fin qui dalle forze anti-sistema.
Beppe Grillo in apparenza ha motivo di essere soddisfatto. Se a Roma i Cinque Stelle si preparano a raccogliere i frutti della loro opposizione a Marino, le frasi del capo dell’Anti-corruzione rappresentano un colpo ulteriore assestato alla credibilità del Partito Democratico, irriso dal sindaco dimissionario/ non dimissionario e ormai in balìa degli eventi. Tuttavia questa non è tutta la verità. Nel momento in cui un importante funzionario pubblico, nominato dal governo, si propone con i toni e la sostanza di supplire agli errori e alle assenze della politica, si dimostra che forse un’alternativa alla deriva anti-sistema esiste. Cantone non è l’apripista di Grillo e dei suoi amici a Roma; esprime invece il tentativo di imporre un’altra faccia dello Stato rispetto alla corruzione che si insinua nella pubblica amministrazione e sfrutta le debolezze delle strutture pubbliche. Equivale a un’ipotesi di moralizzazione che restringe e non allarga gli spazi dell’anti-politica. In un primo tempo i Cinque Stelle possono ral-legrarsi per quelle parole così dirompenti, ma in seguito potrebbero cambiare idea.
Si capisce perché. Come tutti i movimenti di contestazione globale, anche i grillini si nutrono di pessimismo e hanno bisogno di dimostrare che non c’è redenzione possibile nell’establishment. La corruzione, nel loro scenario, è figlia di intrecci perversi e non modificabili, se non al prezzo di un ribaltamento politico generale. Viceversa Cantone indica la via riformista, ammonisce sulla necessità di una rigenerazione morale. E il fatto che distingua fra Milano e Roma, non curandosi troppo di chi si sentirà irritato, è la prova che il suo è un discorso all’interno del sistema. Un sistema di cui vuole curare le degenerazioni.
Il problema riguarda il prossimo futuro. Fra pochi mesi si voterà nelle grandi città, fra le quali senza dubbio anche Roma. Almeno nella capitale, il partito del centrosinistra, il Pd, è in grave affanno. I grillini, nascondendo le loro contraddizioni, hanno ottimi argomenti per rimescolare le carte e guadagnare ulteriore credibilità sul piano nazionale. Ne deriva che la riscossa di cui Cantone ha voluto farsi interprete con la sua uscita inusuale ha bisogno di un seguito. Per esempio, di un candidato anti-Grillo al Campidoglio che faccia suo in modo convincente il segnale dell’Anti-corruzione. Oppure dovrà essere lo stesso Cantone a farsi carico fino in fondo della sua denuncia: o per candidarsi egli stesso ovvero per accentuare la proiezione politica implicita nelle sue frasi.
Il che significa, tuttavia, fare alla lunga una scelta di parte. E di conseguenza subire attacchi e colpi bassi a non finire. In un caso o nell’altro, la giornata di ieri non potrà restare fine a se stessa, come un grido nella notte. Se è una svolta, Cantone dovrà scrivere i capitoli successivi.